Il Decreto Sostegni approvato venerdì 19 marzo 2021 in Consiglio dei ministri, introduce un nuovo meccanismo di ristoro per piccole e medie imprese, ovvero con un fatturato fino a 10.000.000 di euro. Il tetto massimo, consente di includere circa 3 milioni di PMI. Il provvedimento archivia i codici Ateco previsti dagli ultimi ristori e include anche i professionisti degli Ordini, precedentemente rimasti esclusi.
Chi può fare domanda per richiedere i contributi a fondo perduto
Cambia il requisito di perdita di fatturato per accedere al nuovo meccanismo di ristoro introdotto dal Decreto Sostegni. Infatti, potranno fruirne tutte le imprese che hanno registrato una perdita di almeno il 30% (in precedenza il 33%). Modificato anche il calcolo che stabilisce l’entità del sussidio, che si baserà sulla media mensile delle perdite registrato in tutto il 2020 rispetto all’intero 2019.
L’ammontare dei sostegni è stato stimato dalla relazione tecnica, nell’ordine degli 11,5 miliardi complessivi.
Decreto Sostegni: le cinque fasce di ristoro
Per quanto concerne la perdita di fatturato medio mensile, saranno applicate cinque fasce di indennizzo. Il 60% per le imprese fino a 100.000 euro, il 50% tra 100.000 e 400.000 euro, il 40% tra 400.000 e 1 milione di euro, il 30% tra 1.000.000 e 5.000.000 di euro, il 20% tra 5 e 10 milioni di euro.
La domanda per ottenere il sussidio ristoro dovrà essere inoltrata entro 60 giorni, scegliendo tra credito d’imposta e bonifico, a partire da mille euro per le persone fisiche (duemila per le persone giuridiche) e fino a un massimo di 150.000 euro. In media, si tratta di 3.700 euro per ogni attività.
Decreto Sostegni: come richiedere il sussidio
Sarà necessario autocertificare il possesso dei requisiti per ottenere i contributi previsti dal Decreto Sostegni, previo una piattaforma messa a punto con Sogei (Società di ICT controllata dal Ministero dell’economia e delle finanze). L’Agenzia delle Entrate avrà il compito di erogare i contributi dovuti. La buona notizia è che gli aiuti alle imprese avverranno prima di effettuare i controlli, al fine di velocizzare i pagamenti.
Non ci saranno erogazioni in automatico, in quanto viene cambiato il criterio di calcolo, motivo per cui, i richiedenti il contributo dovranno attenersi ai tempi e alla modulistica previsti dall’ADE. La richiesta potrà avvenire tramite commercialisti e consulenti del lavoro, comunque da tutti gli intermediari abilitati e delegati per l’accesso al cassetto fiscale e si potrà utilizzare l’importo per compensare i debiti fiscali nel modello F24. L’accredito partirà dall’8 aprile 2021, secondo quanto riferito da Mario Draghi.
Per chi ha aperto la Partiva Iva dal 2019, il confronto prenderà in considerazione il fatturato medio mensile dei mesi di attività, escluso quello di apertura. Chi l’ha aperta nel 2020, non potendo avere alcun confronto, riceverà l’importo minimo.