Sei un lavoratore autonomo e vuoi comprare casa? Ma per la banca non sei molto “affidabile“, perché non hai uno stipendio fisso o un TFR? Una buona soluzione potrebbe essere il Rent to buy.
Autonomi & Rent to buy: alcune considerazioni iniziali
Quando sei un lavoratore autonomo e magari hai fatto l’apertura della partita iva da poco, comprare casa è impossibile. Un umiliante giro tra istituti di credito, che spesso non aiutano e che non concedono il mutuo. Così spesso si sceglie un affitto, invece di coronare il proprio sogno di comprare una casa. Ma a risolvere questo problema potrebbe esserci una soluzione: il Rent to buy.
Il rent to buy è una tipologia di contratto, introdotta nel nostro ordinamento dal Decreto Sblocca Italia (D.L. 133/2014 convertito in Legge 164/2014). Tramite questo accordo si possono avere due effetti positivi. L’inquilino entra in casa da affittuario e poi riesce ad acquistare casa. L’altro effetto è che, nel corso degli anni, si crea una sorta di “storico” della capacità contributiva e reddituale del richiedente. Per le banche il “curriculum” migliora e non si perde la casa che si vuole comprare.
Cos’è il Rent to buy e come funziona?
Attraverso il Rent to buy il proprietario consegna al promittente acquirente l’immobile. Quest’ultimo paga regolarmente l’affitto, riservandosi il diritto di comprarlo, allo scadere del periodo contrattuale. Non vi è obbligo di comprare la casa, ma sicuramente una convenienza, perché spesso una parte dei canoni viene sottratta al prezzo finale di acquisto. Nel nostro ordinamento giuridico, non c’è una disciplina solo dedicata a questo tipo di contratto.
Pertanto, rientra nella tipologia di contratti di godimento in funzione della successiva alienazione del bene. Ciò prevede la stipula dinnanzi ad un notaio e la trascrizione nei Registri immobiliari. Al momento dell’accordo tra le parti, vengono indicati tutti i passi da fare. Tra questi il prezzo del bene, che viene bloccato. Ma anche la durata entro cui l’inquilino può comprare la casa. Ed infine, il canone mensile da corrispondere: la parte che viene dedicata al’indennizzo per il godimento del bene e lo scomputo del prezzo finale.
Un esempio pratico di Rent to buy
A questo punto un esempio pratico di Rent to buy può essere utile. Il prezzo di vendita di un appartamento è di 100 mila euro. Il compratore ed il venditore, in sede di preliminare di vendita, regolano le clausole dell’accordo. Ad esempio, il potenziale acquirente versa al venditore 10 mila euro per dar vita al Rent to buy. Inoltre, va concordato anche il prezzo mensile da versare a pari a mille euro. Di cui 500 euro come indennizzo per la locazione del bene e gli altri 500 euro come scomputo del prezzo finale. La durata del contratto sarà di 5 anni, dopo di che il cliente può comprare la casa. Facendo due conti, cinque anni dopo quanto dovrà versare l’inquilino?
500 euro x 12 mesi x 5anni= 30. 000 100.000-30.000-10.000 (acconto)= 60.000
Una somma decisamente più bassa e più facilmente accordabile da una banca, anche come mutuo.
Autonomi & Rent to buy: i vantaggi dell’inquilino
Grazie al Rent to buy, il potenziale acquirente prende subito possesso della casa o dell’appartamento. Questa formula è molto indicata per chi non dispone immediatamente della somma necessaria per l’acquisto. Oppure per chi deve affrontare un mutuo, ma non è dipendente e non ha un reddito mensile costante. Uno di questi casi è proprio il lavoratore autonomo. Quest’ultimo può, quindi, dare una piccola somma al proprietario dell’immobile, e dare corso al Rent to buy.
Alla fine del periodo concordato l’autonomo potrà contrarre il mutuo. Ed il perché è semplice? Perchè sarà riuscito a dimostrare la sua capacità di pagare i “suoi debiti” e anche di aver creato quel famoso “storico della partita Iva“, che per anni deve restare aperta. La banca sarà, magari, più disposta a concedere il tanto desiderato mutuo. Ovviamente, si consiglia di mantenere un andamento quanto più costate possibile, delle entrate annuali.
Cosa succede se non si compra l’immobile?
L’acquisto dell’immobile, da parte dell’inquilino, può avvenire tramite una somma privata dello stesso, oppure tramite il mutuo. Ma cosa succede se non si decide di comprare la casa? L’inquilino perderà tutto quello già versato. Comprese tutte le spese relative alla registrazione del contratto, notarili, di trascrizione ed iscrizione nei pubblici registri.
Infine, la legge stabilisce in tre anni la durata del Rent to buy. Anche se, le parti possono concordare una durata superiore e fino a 10 anni. Infine, rimane anche un’altra possibilità per non perdere tutto. Il conduttore ha anche la facoltà di nominare un terzo soggetto come previsto da tutti i contratti preliminari e cedere il contratto. Pertanto, facendoci due conti in tasca, la soluzione del Rent to Buy, può essere davvero una soluzione per i lavoratori autonomi.