Il terzo trimestre 2017 ha segnato un aumento di circa 1,2 milioni di posizioni lavorative dipendenti, se si confronta con il terzo trimestre 2014.
A confermarlo è stato anche il rapporto congiunto appena presentato da Istat, Ministero del Lavoro, Inps, Inail e Anpal sulle tendenze dell’occupazione.
Ciò che ne emerge è che, in questi tre anni, prevalgono i contratti a tempo indeterminato, aumentati di 837 mila unità, trainati comunque dagli sgravi contributivi previsti, seguiti a distanza da quelli a tempo determinato, 362 mila in più.
Anche il lavoro a chiamata, comunque, ha subito una impennata, poiché nel terzo trimestre di quest’anno è cresciuto addirittura del 77,9%, che va a continuare l’aumento già verificatosi nel secondo trimestre, del 75,6%, soprattutto a seguito dell’abrogazione dei voucher.
Facendo un totale, i lavoratori a chiamata registrano un aumento assoluto di 95 mila unità passando così da 122 mila a 217 mila.
In ogni caso, il terzo trimestre ha portato ad un aumento del tasso di occupazione, che ha raggiunto il 58,1%, con una crescita di 2,7 punti percentuali rispetto al minimo del terzo trimestre 2013 (55,4%) e comunque, come si legge dalla nota emanata “proseguendo nella tendenza al recupero dei livelli massimi pre crisi” che era, nel secondo trimestre 2008, di 58,8%.
Le unità di lavoro equivalenti a tempo pieno sono 24.132.000 con una crescita di 118mila unità sul secondo trimestre e di 308mila unità sul terzo trimestre 2016.
Vera MORETTI