Il carico fiscale continuerà, almeno ancora per un anno, a gravare sulle spalle delle piccolissime imprese, mentre quelle di grandi e medie dimensioni potranno beneficiare di importanti sgravi e snellimenti.
Questo è quanto è stato rilevato dall’Ufficio Studi della Cgia, che ha fatto i conti partendo dal taglio dell’Ires, che è scesa di 3,5 punti attestandosi al 24%, e che dunque farà risparmiare 3,9miliardi di euro alle società, mentre le piccole e micro imprese sono state svantaggiate dall’introduzione dell’Iri, che infatti non potranno risparmiare 1,2 miliardi all’anno. Motivo di questo rinvio è semplicemente la mancanza di copertura finanziaria.
Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio Studi della Cgia, ha dichiarato: “Pur riconoscendo che, rispetto a qualche decennio fa, tra le società di capitali troviamo anche le piccole imprese è indubbio che il taglio dell’Ires ha avvantaggiato soprattutto le grandi, in particolar modo quelle appartenenti al settore energetico e a quello minerario. E sebbene la riduzione dell’Ires sia stata in parte bilanciata dall’attenuazione degli effetti positivi dell’Ace, ancora una volta si è prestata attenzione solo alle istanze sollevate dalle imprese di maggiore dimensione, mentre alla stragrande maggioranza delle attività che non pagano l’Ires non è stato riservato alcun vantaggio fiscale”.
Inoltre, alle società di capitali è stata ridimensionata l’Ace, misura che è nata qualche anno fa per premiare le imprese che capitalizzavano. Questa mossa avrà un impatto economico negativo di 1,7 miliardi di euro, quindi agli effetti positivi del taglio dell’Ires va sottratto il ridimensionamento dell’Ace che, comunque, consente alle società di capitali di “guadagnare” 2,2 miliardi di euro all’anno.
Renato Mason, Segretario della Cgia, ha inoltre aggiunto: “Oltre a ridurre il peso delle tasse è necessario, in particolar modo per le micro imprese, diminuire anche il numero di adempimenti fiscali che, invece, continua ad aumentare e costituisce un grosso problema per moltissime attività. Non dobbiamo dimenticare che i più penalizzati da questa situazione, così come avviene per le tasse, sono le piccole e piccolissime imprese che, a differenza delle realtà più grandi, non dispongono di una struttura amministrativa in grado di farsi carico autonomamente di tutte queste incombenze”.
Ma chi beneficerà maggiormente della riduzione dell’Ires? In primis le aziende riconducibili alla fornitura di energia elettrica e gas, che risparmieranno poco più di 39.300 euro, ma anche le attività di estrazione, che risparmieranno 34.000 euro.
L’unica novità fiscale positiva per le piccolissime imprese sarà l’addio agli studi di settore che verranno sostituiti dagli indicatori di affidabilità economica.
Ha concluso in proposito Zabeo: “Per molti lavoratori sarà la fine di un incubo anche se sarà necessario monitorare il periodo di transizione di questi nuovi strumenti. I nuovi indicatori di affidabilità fiscale che sostituiranno gli studi di settore, infatti, dovranno garantire una riduzione delle tasse e una maggiore semplificazione nei rapporti con il fisco. Altrimenti, questa novità servirà a poco. Per questo è determinante che nella fase di gestazione di questi indicatori sia determinate il ruolo delle associazioni di categoria dei lavoratori autonomi, che meglio di chiunque altro conoscono le specificità e le caratteristiche fiscali delle attività interessate da questa novità”.
Vera MORETTI