Sace, che insieme a Simest costituisce il Polo dell’export e dell’ internazionalizzazione del Gruppo Cdp, ha deciso di supportare le imprese campane nell’internazionalizzarsi, e dare loro di conseguenza una buona opportunità di crescita.
A tale proposito, nel 2016 sono stati erogati 540 milioni di euro per sostenere mille imprese campane. Si tratta di finanziamenti mirati, perché la Campania è la prima regione esportatrice del Sud Italia e nona a livello nazionale.
Nel 2016, il tasso di crescita dell’export è stato del 2,9% e nei primi sei mesi del 2017 ha già raggiunto 2,3%.
Livio Mignano, Head of Domestic Network di Sace, ha commentato: “La Campania si conferma traino per le esportazioni del Meridione. E’ un territorio dinamico, ricco di imprese eccellenti con una forte prevalenza di piccole e medie imprese”.
Alessandra Ricci, amministratore delegato di Simest, ha aggiunto: “Sace e Simest sono in grado di offrire alle aziende campane un ampio bouquet di prodotti a tassi agevolati, di strumenti finanziario assicurativi per esportare e realizzare investimenti produttivi all’estero. Il nostro obiettivo è dare sostegno al sistema economico”.
I settori in cui l’export campano ha registrato i migliori risultati nel 2016 sono il settore degli apparecchi elettrici (+ 27,3), degli apparecchi elettronici (+24,4) e la farmaceutica (+14,1). Ambiti che si vanno ad aggiungere a comparti che storicamente spingono le esportazioni locali quali gli alimentari, il comparto tessile e dell’abbigliamento, i mezzi di trasporto, i prodotti in metallo e l’ambito farmaceutico che rappresentano il 70 per cento dell’export regionale.
Ambrogio Prezioso, presidente dell’Unione industriali di Napoli, ha poi concluso: “L’internazionalizzazione è la strada per lo sviluppo e per la crescita della nostra economia. Per crescere bisogna innovare perché chi resta fermo esce dal mercato”.
Tra i Paesi verso i quali la Campania ha maggiori vantaggi ci sono Giappone e Stati Uniti per gli alimentari, Cina e Perù per i mezzi di trasporto, Corea del Sud e Spagna per chi produce tessile e abbigliamento, Polonia e Ungheria per i prodotti in metallo, mentre gli Emirati Arabi Uniti e il Messico possono essere il futuro per la farmaceutica.
Ad oggi, le mete più gettonate per i prodotti campani sono Francia, Germania e Regno Unito, Svizzera e Stati Uniti. Positivo anche il riscontro delle vendite nei Paesi extra UE dove si registra un incremento del 6,9% nel 2017. A livello nazionale, il Rapporto dice che l’export italiano nei prossimi quattro anni crescerà del 4 per cento, raggiungendo 490 miliardi di euro nel 2020.
Vera MORETTI