Niente ripresa per i negozi, che sembrano arrancare sempre di più anche nella stagione estiva, quando si sperava che i saldi potessero salvare, almeno in parte, la stagione.
Ciò significa che la ripresa della spesa delle famiglie purtroppo non c’è ancora stata, e infatti rimane al di sotto dei livelli pre-crisi di addirittura 36 miliardi, che saranno colmati non prima del 2019.
A soffrire, soprattutto il piccolo commercio, come ha confermato l’Ufficio economico di Confesercenti, che ha diramato le rilevazioni Istat: dal 2007 ad oggi, infatti, più di 108mila imprese hanno cessato l’attività, ovvero il 15% del totale.
Il commercio tradizionale, dunque, rimane in controtendenza rispetto ai recenti indicatori economici che, invece, attestano una incoraggiante ripresa. E gli ultimi dati lo confermano, poiché le vendite del commercio al dettaglio hanno registrato una brusca frenata nel mese di luglio, sia in valore sia in volume.
Questa situazione negativa riguarda tutti i settori, tranne utensileria per la casa e ferramenta, gioielleria ed orologi, ed abbigliamento. Il dato è preoccupante poiché fotografa una situazione che sta volgendo al negativo: nei primi 7 mesi, infatti, la variazione delle vendite in volume è pari a -0,6 punti percentuali, quando già il 2016 si era chiuso con una variazione pari a -0,3%.
Se il trend rimanesse questo, a fine anno la percentuale delle vendite al dettaglio sulla spesa totale della popolazione scenderebbe al 25%, che rappresenta il 16% in meno dell’incidenza media europea.
Inoltre, mentre luglio segna un recupero di tutti i format della Grande distribuzione, tale da portare la variazione per i primi 7 mesi all’1% in valore e stimiamo allo 0,2 in volume; per le imprese operanti su piccole superfici rileviamo, invece, una diminuzione di 0,6 punti in valore, stimando l’1,4% in meno in volume. Per le imprese fino a 5 addetti le variazioni in questa parte dell’anno raggiungono, addirittura, il -2,4% e il – 3,2% in volume.
Mauro Bussoni, Segretario Generale di Confesercenti, ha dichiarato: “Ci auguriamo che all’interno delle Legge di Stabilità si mettano in campo misure volte a ridurre gli squilibri tra piccoli esercizi di vicinato e GDO che hanno trasformato e distorto, profondamente, il volto delle nostre città attraverso un regime di deregulation dei giorni e degli orari di apertura – introdotto a partire da gennaio 2012 dal Governo Monti – insostenibile per i piccoli e che ha favorito solo la grande distribuzione la cui quota di mercato nel periodo è passata dal 57,7 al 60,2%. Inoltre occorre rafforzare i consumi delle famiglie per consolidare la ripresa”.
Vera MORETTI