Per quanto riguarda moda e lusso, l’Italia la fa ancora da padrona, soprattutto quando si tratta di export. A confermarlo sono anche i dati del 2016 elaborati da Promos, l’agenzia della Camera di Commercio di Milano per le attività internazionali.
Ebbene, l’export è cresciuto dell’1,2% arrivando così a 48,6 miliardi, considerando i comparti di abbigliamento, accessori e calzature.
Principale mercato rimane ancora la Francia, dove è diretto il 10,4% delle esportazioni totali, in particolare abbigliamento, maglieria e pelletteria. Seguono la Germania (9,3%), che ama particolarmente i tessuti Made in Italy e gli Stati Uniti (7,9%).
Ma, se prima erano qualità ed originalità i motivi principali della nostra leadership indiscussa, ora c’è anche la sostenibilità che viene apprezzata dai consumatori, anche quando scelgono dall’estero i nostri prodotti.
In questo senso è nato il progetto Funding Sustainability, nato dall’accordo firmato tra Camera della Moda e UniCredit. Carlo Capasa, presidente della Camera della Moda, ha presentato così l’iniziativa: “E’ il primo accordo di questo tipo al mondo tra una grande banca e un’associazione come la nostra. Ed è logico che sia così per molti motivi. Primo, perchè la sostenibilità è una delle nostre priorità, accanto al digitale e al sostegno ai giovani. Secondo, perchè sono i consumatori e tutti gli stakeholder del sistema moda a chiedere questo tipo di impegno. Terzo, perchè l’Italia è l’unico Paese al mondo ad avere una filiera del tessile abbigliamento integra e di altissima qualità. La si preserva anche con accordi di questo tipo“.
E’ entrato maggiormente nei dettagli Dario Prunotto, responsabile relazioni territoriali di UniCredit: “La dotazione iniziale, grazie a un approvvigionamento attraverso fondi della Bei, è di 30 milioni. Possono accedere al credito le aziende con meno di 250 dipendenti che presenteranno progetti per diminuire l’effetto sull’ambiente o migliorare le condizioni di lavoro all’interno delle fabbriche. vaglieremo le richieste insieme alla Camera della Moda e il limite massimo per la restituzione del prestito e 120 mesi“.
Entrambi, comunque, si augurano che questo accordo rappresenti solo un primo passo verso un circolo sempre più virtuoso.
Vera MORETTI