L’Italia a testa alta a confronto con le altre potenze mondiali quando si tratta di esportare i propri prodotti di eccellenza.
Questo è quanto emerge dal rapporto I.T.A.L.I.A. 2017 – Geografie del nuovo made in Italy realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere e dalla Fondazione Edison di Marco Fortis, presentato oggi a Treia nella sessione di apertura del XV Seminario estivo di Symbola.
Patrocinato dai ministeri degli Affari Esteri, dello Sviluppo Economico, delle Politiche Agricole, dei Beni Culturali e del Turismo, dell’Ambiente, il rapporto mostra un’Italia innovativa, versatile, creativa, reattiva, competitiva e vincente, anche e soprattutto nei mercati globali.
Ciò emerge dalle cifre che riguardano il triennio 2014-2016, durante il quale le esportazioni Made in Italy sono cresciute di 26,7 miliardi di euro, seconda migliore performance in valore assoluto tra i 4 maggiori paesi dell’Eurozona dopo la Germania.
Questa performance ha fatto guadagnare alla nostra bilancia commerciale un nuovo surplus record con l’estero: 51 miliardi di euro. Da record anche il surplus commerciale manifatturiero, quinto al mondo con 90,5 miliardi di euro al 2016 dietro alla Cina, alla Germania, alla Corea del Sud e al Giappone.
A fare da traino le imprese medio-grandi, ma anche le medie e piccole sono in grado di emergere e dare il proprio forte contributo, cominciando dalla loro capacità di essere flessibili e attive in campi diversi, puntando in particolare su creatività ed innovazione.
Caratteristiche che risaltano principalmente nel design, nell’hi-tech ma anche nella meccanica e nei mezzi di trasporto. e ciò ha portato all’Italia ben 844 prodotti da record per saldo commerciale attivo con l’estero.
L’Italia, grazie alle sue attrattive e alla qualità altissima dei suoi prodotti, rimane salda nella top ten delle mete più desiderate dai vacanzieri, ed è terza, dopo Stati Uniti e Gran Bretagna, per notorietà. Il Belpaese è conosciuto in primis per il patrimonio culturale e architettonico, ma anche per la creatività espressa nella moda e per l’eccellenza dell’enogastronomia. Altri elementi che giocano a favore sono apertura, tolleranza e rispetto per l’ambiente, nonostante gli italiani tendano ad avere una percezione di sé molto inferiore rispetto a ciò che davvero viene percepito all’estero.
Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola, ha dichiarato: “C’è un’Italia in grado di parlare al mondo con i suoi talenti, la sua creatività, il suo territorio, la sua bellezza. Capace con le sue energie migliori di affrontare a testa alta le sfide per il futuro a partire da quelle del clima, di un’economia più sostenibile e a misura d’uomo, della ricostruzione delle aree terremotate. Troppo spesso questo Paese non ha piena coscienza delle proprie potenzialità. Tanto che è una delle Nazioni al mondo in cui è maggiore la forbice tra percezione interna, spesso negativa, e percezione esterna positiva e favorevole. Un’Italia che fa l’Italia può essere protagonista insieme all’Europa delle grandi questioni aperte che abbiamo di fronte”.
Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere, ha aggiunto: “L’Italia è percepita come un bouquet di eccellenze di prodotti, di brand e di territori. In sette anni le nostre esportazioni sono cresciute significativamente (+43%) e per saldo commerciale su quasi mille prodotti siamo leader nel mondo o nelle primissime posizioni. Da oltre dieci anni, inoltre, l’Italia è in vetta per pernottamenti di turisti non europei (60 milioni di notti). E possiamo fare di più per sfruttare il nostro potenziale. Ci sono almeno 70 mila imprese potenzialmente esportatrici che potrebbero varcare i confini nazionali perché hanno tutte le carte in regola per farlo. Il digitale è un moltiplicatore di esportazioni e di innovazione e cresce quotidianamente il numero delle imprese che comincia a utilizzarlo grazie anche a Industria 4.0. Ogni impresa in più che comincia a utilizzare l’e-commerce raddoppia il fatturato. E sono ancora tantissime quelle che non l’utilizzano. Sono questi i campi sui cui le Camere di commercio stanno lavorando”.
Vera MORETTI