Il mercato dei prodotti contraffatti non cala, anzi, in Italia il falso vale 6,9 miliardi di euro ed è in crescita del 4,4 se raffrontato con i dati del 2012.
Questo è quanto emerso da una ricerca effettuata dal Censis per conto del Mise. Ma ciò che si evince è anche un’altra notizia sconvolgente: se gli stessi prodotti venissero realizzati e commercializzati nel circuito dell’economia legale comporterebbero 100.000 unità di lavoro in più.
Ma, anche se questo dato è di per sé allarmante, c’è di più: senza la contraffazione, la produzione interna registrerebbe un incremento di 18,6 miliardi, con un valore aggiunto di 6,7 miliardi.
Senza contare che, con l’emersione della contraffazione, si ricaverebbe un aumento del gettito fiscale, sia sulle imposte dirette, ad esempio su impresa e lavoro, sia su quelle indirette come l’Iva perché ad oggi il falso evade all’erario 1,7 miliardi di euro.
E si tratta di un calcolo per difetto, perché se si considerano anche le imposte che deriverebbero dalla produzione attivata in altri settori dell’economia, il gettito fiscale complessivo aumenterebbe a 5,7 miliardi di euro, pari al 2,3% del totale delle entrate dello Stato per le stesse categorie di imposte.
Ma quali sono le maggiori vittime del falso? In primo luogo abbigliamento ed accessori, per un valore stimato di 2,2 miliardi (il 32% del totale). In particolare vengono contraffatti soprattutto giubbotti, capi sportivi e, tra gli accessori, borse e portafogli.
Segue poi il settore degli audiovisivi, con un valore pari a quasi 2 miliardi (il 28,5% del totale), ma anche i prodotti alimentari, per un valore di 1 miliardo di euro, pari al 14,8% del totale.
Tra i prodotti in crescita negli ultimi tempi ci sono gli apparecchi e i materiali elettrici, soprattutto cellulari e componenti, con un valore di 732 milioni di euro (il 10,6% del totale).
Un altro settore in crescita è quello degli orologi e dei gioielli, che si distingue per la contraffazione di prodotti di alta gamma e che nel mercato del falso vale oggi 402 milioni di euro (il 5,8% del totale).
Segue il settore del materiale informatico, costituito soprattutto da componenti hardware per computer, tablet, schede di memoria, chiavette Usb, per un valore di 282 milioni di euro (4,1% del totale).
La situazione, dunque, non è rosea e nel 2016 sono stati fatti da parte di Guardia e Finanza e Agenzia delle Dogane, 14.768 sequestri, intercettando 26 milioni di articoli falsi.
Le province italiane dove la contraffazione è più viva spicca Napoli, con oltre 6 milioni di pezzi sequestrati, pari al 24% del totale, seguita da Roma, con circa 4 milioni di pezzi (15,2%), e Catania, con 2,6 milioni di prodotti fake (10%).
Vera MORETTI