Il Made in Italy, soprattutto quando si tratta di food, dimostra di non conoscere crisi e di andare sempre a gonfie vele.
A fine 2016, infatti, l’Italia è al primo posto tra i Paesi appartenenti all’Unione europea per la quantità di prodotti agroalimentari di qualità: in tutto sono ben 288, tra DOP, IGP e STG.
Sono poi 4.965 i prodotti agroalimentari tradizionali censiti in Italia che utilizzano metodi di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidati e durevoli nel tempo.
Il settore alimentare, nonostante le problematiche derivate dalla contraffazione e dall’italian sounding, ha raggiunto, nell’anno scorso, 23.758 milioni di euro di esportazioni, pari all’1,42 del PIL, che rappresenta il massimo storico degli ultimi 20 anni.
Questo risultato ha fatto salire l’export del settore del 3,6%, che rappresenta il triplo rispetto al manifatturiero (1,2%), ed è la percentuale più alta insieme al settore del Legno tra i settori a maggior concentrazione di MPI, e consolida l’ottima crescita (+6,6%) del 2015.
I tre quarti delle esportazioni italiane partono da cinque regioni: Emilia-Romagna con il 19,3% dell’export nazionale del comparto (4.592 milioni di euro), Lombardia con il 18,7% (4.444 milioni), Veneto con il 13,0% (3.095 milioni), Piemonte con il 13,0% (3.078 milioni) e Campania con il 10,6% (2.530 milioni).
Tra queste cinque regioni nel 2016 si registra una dinamica dell’export più intensa della media nazionale in Lombardia (+5,7%) e in Veneto (+4,6%) mentre un andamento sempre positivo, ma più contenuto si registra in Piemonte (+2,5%), in Campania (+2,4%) e in Emilia–Romagna (+1,7%).
La Lombardia è anche l’unica regione tra le principali cinque che presenta un miglioramento della variazione nel 2016 rispetto a quella registrata nel 2015 (-2,7%). In altre sei regioni si osserva con una dinamica migliore o uguale rispetto a quella del 2015 e precisamente in Abruzzo, Calabria, Molise, Umbria, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta.
Tra le trentacinque principali province con una quota superiore o uguale all’1% dell’export nazionale di Prodotti alimentari, ventisette sono in crescita e diciannove mostrano una dinamica maggiore rispetto alla media nazionale (+3,6%); nel dettaglio si tratta di: Lodi (112,3%, crescita per il 92,7% determinata dall’incremento delle esportazioni di Prodotti delle industrie lattiero-casearie), Roma (29,0%), Venezia (26,1%), Firenze (21,9%), Padova (16,6%), Varese (14,9%), Torino (14,5%), Como (11,6%), Cremona (10,7%), Vicenza (10,6%), Verona (8,3%), Provincia Autonoma di Trento (7,7%), Provincia Autonoma di Bolzano e Bologna (entrambe con il 6,7%), Bergamo (6,3%), Avellino (5,4%), Brescia (5,3%), Ravenna (5,0%), Modena (4,1%). In 52 delle 110 province italiane nel 2016 la dinamica dell’export di alimentari migliora o è uguale rispetto a quella osservata nel 2015.
Vera MORETTI