Sono stati divulgati da Federnotai, il sindacato dei notai italiani, i dati relativi alla pratica notarile in Italia. Ebbene, la situazione è pressoché identica da Nord a Sud, con un calo di iscritti alla pratica del 60%, percentuale media che passa tra Firenze (57.14%) e Bari (68,75%).
Che cosa ha provocato un crollo così drastico? Sicuramente l’incertezza sui tempi, poiché da un concorso all’altro passano come minimo due anni, e anche l’attesa della correzione delle prove scritte e l’attesa tra la fine delle prove orali e l’approvazione della graduatoria: in genere si aggiunge un altro anno di attesa.
Questo comporta anche un onere economico non indifferente, poiché non sempre si supera il concorso al primo tentativo, perciò a questi tre anni stimati se ne aggiunge il doppio, e non tutti possono permetterselo.
Inoltre, da qualche anno c’è un’ulteriore intoppo: una persona può iscriversi al concorso anche molte volte, ma non può consegnare le prove scritte più di tre volte. Questo limite porta molti partecipanti che hanno a disposizione solo l’ultimo tentativo a non consegnare, ritirandosi dal concorso. Questo fenomeno si è già manifestato negli ultimi anni ed è diventato eclatante in occasione dell’ultimo concorso: oltre 4000 iscritti, solo 1500 consegnanti, per 500 posti. Si è passati da un rapporto consegnanti / ammessi agli orali di 1/10 ad un rapporto potenzialmente di 1/3 che rischia di minare la qualità dei vincitori, sicuramente inferiore rispetto al passato.
Carmelo Di Marco, presidente di Federnotai , ha commentato: “Lo svolgimento della pratica, il tipo di preparazione, il modo in cui il concorso è organizzato e strutturato, non sono cambiati nel corso dei decenni. I laureati invece sono cambiati, e molto. Oggi si propone ad un giovane di scegliere una strada che lo porterà a studiare, scrivere e parlare quasi solo in lingua italiana per poi accedere ad una professione che, salve rarissime eccezioni, prevede la compresenza del notaio e dei clienti e l’utilizzo della carta. I notai alimentano tutti i Pubblici Registri trasmettendo per via telematica documenti digitali: si dovrebbe rendere facile e conveniente il ricorso agli strumenti informatici anche nelle fasi di istruzione e di stipula degli atti: quel giovane ha trascorso metà della sua vita scrivendo pochissimo, quasi nulla a mano, usando almeno due lingue diverse, considerando normale che la comunicazione e le informazioni si trasmettano per immagini e non per parole, e che la compresenza sia un fatto del tutto occasionale. E’ abituato a cancellare messaggi o a comunicare su piattaforme social che li distruggono automaticamente: come può considerare che la conservazione sicura di un documento sia il presupposto per “avere titolo”, cioè per far valere un suo diritto?”.
Per questo motivo, Federnotai ha deciso di elaborare una serie di proposte per l’accesso alla professione, a cominciare dall’abolizione del limite delle tre consegne, la reintroduzione di una preselezione, il ripensamento della struttura e del funzionamento della Commissione esaminatrice e strumenti per rendere nuovamente appetibile la scelta della pratica notarile.
Ha conlcuso Di Marco: “Occorrono certamente nuovi contenuti nel percorso di studi, l’utilizzo di lingue diverse, strumenti che permettano al notaio di esercitare la sua funzione anche se il cliente non si trova fisicamente nello stesso luogo. Ma occorre soprattutto che i ragazzi conoscano e apprezzino l’essenza della funzione: i giovani appaiono rassegnati alla precarietà dei rapporti e all’incertezza dei diritti. Scegliere una professione che, al contrario, ha la funzione essenziale di dare stabilità e sicurezza a chiunque, senza distinzione di status sociale e di appartenenza, può rappresentare una sfida appassionante e persino una occasione di riscatto, che può essere centrata salendo sul formidabile “ascensore sociale” rappresentato dal concorso pubblico notarile. Abbiamo affidato le nostre proposte al Consiglio Nazionale del Notariato augurandoci che le analizzi e le condivida per sottoporle al Ministero di Giustizia in vista di una riforma migliorativa”.
Vera MORETTI