PageGroup ha condotto uno studio tra 12.500 lavoratori in tutta Europa per comprenderne le abitudini quotidiane in fatto di spostamenti casa-lavoro e per analizzare l’impatto che questi hanno sul loro benessere generale.
Dallo studio emerge che i trasporti pubblici italiani sono meno cari e più veloci rispetto allo spostamento in macchina, ma stressanti. Il 68% dei lavoratori italiani contro il 38% della media europea non ha dubbi: il tragitto casa-lavoro è logorante.
Una condizione che dipende essenzialmente dal sovraffollamento dei mezzi pubblici, dalla sporcizia e dai problemi tecnici (scioperi, ritardi, guasti), che condizionano l’inizio della giornata lavorativa degli italiani. Tuttavia, il 64% dei rispondenti ha dichiarato che i trasporti pubblici sono la modalità più conveniente per raggiungere il tragitto casa-lavoro e, per il 47%, anche la più rapida.
L’Italia è anche al primo posto per stress generato dal trasporto privato. I nostri connazionali sono i più soggetti a stress da trasporto privato (49%) rispetto alla media dei colleghi europei (34%). La causa primaria di questo malessere è il traffico che blocca le nostre città soprattutto negli orari di punta. Nonostante questo, però, ben il 71% dei professionisti italiani affronta il tragitto verso casa-lavoro a bordo della propria auto.
I loro spostamenti casa-ufficio (45 minuti), inoltre, sono anche i più lunghi. In questo caso, però, siamo in compagnia dei colleghi francesi e belgi (anche loro 45 minuti) e dietro a quelli turchi, che impiegano fino a 48 minuti per raggiungere il posto di lavoro.
Quasi 1 italiano su 2 desidera cambiare lavoro per avvicinarsi a casa. Gli spostamenti lunghi e difficoltosi hanno un impatto sull’equilibrio tra vita personale e lavoro. L’Italia, in questo senso, chiude la classifica con il peggior work life balance a livello europeo al 5.3, rispetto a una scala in cui la media europea si attesta su un punteggio di 5.9 e Paesi come Olanda e Belgio si classificano tra i migliori in Europa rispettivamente con il 6.6 e il 6.4. Non sorprende, quindi, che il 46% dei professionisti italiani abbia affermato che cambierebbe lavoro per avvicinarsi a casa e tagliare il tragitto casa-lavoro.
“La ricerca apre la riflessione su nuovi modelli di lavoro flessibile e sui paradigmi per attrarre e trattenere i talenti in azienda – dichiara Tomaso Mainini, Managing Director di PageGroup -. Oggi si parla sempre di più di di smart working, siamo di fronte a una svolta culturale e a un cambiamento del mercato del lavoro. Le aziende che vogliono essere competitive anche su questo fronte devono tenere nella giusta considerazione questi aspetti in grado di incidere sull’efficienza dei professionisti e sulla percezione positiva delle loro attività quotidiane. Ecco perché diventa fondamentale che le aziende che desiderano attrarre o mantenere i migliori talenti, aumentando inoltre la produttività dei propri collaboratori attraverso un maggior livello di soddisfazione e benessere, offrano alternative per la riduzione dello stress da spostamento”.