Periodicamente il governo si ricorda che esistono le partite Iva. Certo, con tutto quello che Renzi e Co. hanno da fare, possiamo capire che il destino dei poveri professionisti, al quale il presidente del Consiglio sostiene comunque di essere sempre vicino, spessa finisca in secondo piano…
Per fortuna, però, ogni tanto le partite Iva tornano al centro della discussione economico-politica anche per notizie positive, o quasi. Notizie che riguardano le tasche dei professionisti, da sempre visti come vacche da mungere e che la crisi ha lasciato in ginocchio come e più di aziende e famiglie.
Nella prossima legge di Bilancio, infatti, dovrebbe trovare spazio una novità che interesserà buona parte dei 6 milioni di partite Iva italiane, la cosiddetta Iri. Nulla di prodiana memoria né dal sapore di Prima Repubblica, l’Imposta sul Reddito dell’Imprenditore.
Si tratta di un’imposta uguale per tutte le imprese, la cui aliquota sarà sganciata dalla forma societaria dell’azienda e dalle sue dimensioni (moltissime partite Iva sono imprenditori di se stessi..) e sarà uguale per tutti.
In sostanza, dall’1 gennaio 2017 l’aliquota passerà dal 27,5% al 24% e sarà la medesima per società di persone, commercianti, artigiani, professionisti ecc… Saranno sganciati dall’Irpef e dalle tradizionali aliquote del 23% e del 43% e verranno tassati calcolando in modo specifico i redditi lasciati in azienda.
In questo modo, buona parte delle partite Iva, tra cui imprese individuali e società di persone, pagheranno l’Iri, con aliquota al 24% come quella dell’Ires, che sarà ancora pagata dalle società di capitali.
In sostanza, secondo quanto ha calcolato la società di studi Ipsoa, l’Iri porterà dei vantaggi fiscali a circa 126mila società di persone, per un totale di 250mila soci. Il tutto su una platea attuale che conta circa 820mila società di persone in Italia.
Oltre alle partite Iva, la prossima legge di Bilancio potrebbe sorridere anche alle imprese che operano in contabilità ordinaria, poiché potrebbe essere introdotto il regime di cassa, che consentirà alle imprese che possono operare in contabilità semplificata di vedersi calcolato il prelievo fiscale in base alla disponibilità finanziaria del momento, evitando di pagare le tasse su somme mai o non ancora incassate. Una situazione che, a onor del vero, interessa anche moltissime partite Iva…
Sempre secondo Ipsoa, potrebbero beneficiare del regime di cassa 2 milioni e 300mila imprese in contabilità semplificata.