Nei giorni scorsi è stata presentata a Roma una proposta di legge per riformare l’accesso alla professione di geometra attraverso l’obbligo, per chi desidera esercitare come geometra, di una specifica laurea triennale professionalizzante e abilitante all’esercizio della professione.
Per fare questo, il corso di laurea contiene un tirocinio professionale semestrale, sostitutivo di quello previsto attualmente. Una volta avviato il nuovo percorso, l’esame di Stato per l’abilitazione alla professione di geometra sarà gradualmente soppresso. In questo modo, lo Stato risparmierà soldi e la procedura di accesso alla professione sarà semplificato.
Come riporta la proposta di legge, “l’abilitazione professionale si pone come un ottimo banco di prova a livello nazionale, grazie all’avvio territoriale dei progetti pilota di laurea per il geometra, svolti in collaborazione con le università, gli istituti tecnici e i Collegi provinciali dei geometri interessati“.
Un concetto rimarcato, in sede di presentazione della proposta di legge, dal presidente del Consiglio nazionale dei geometri e dei geometri laureati, Maurizio Savoncelli: “Un passaggio decisivo per la categoria, che fissa un obiettivo primario: la nascita di un percorso di laurea triennale professionalizzante e abilitante che contraddistingue il geometra nel panorama nazionale delle risorse tecniche professionali a disposizione del mondo economico e della società civile“.
“Nei diversi tavoli di confronto ai quali abbiamo finora partecipato – ha ricordato ancora Savoncelli -, è stata sostenuta con decisione l’importanza di un’evoluzione del suo percorso di accesso alla professione, in considerazione del ruolo costantemente svolto dai nostri iscritti nelle diverse occasioni, come nell’emergenza, nella ricostruzione, nella crescita economica sostenibile“.
“Grazie alla sua vocazione polivalente e multidisciplinare – ha concluso – il geometra ha rivelato sempre nuove capacità di porsi in modo qualificato nel contesto nazionale e internazionale del mercato del lavoro. Infine, non abbiamo trascurato il cammino della normativa europea: il futuro ci impone una formazione universitaria specifica per svolgere la libera professione in ambito transnazionale: è un preciso adempimento richiesto dalla Comunità europea per il 2020”.