Dove non arriva la ripresa dei consumi a far mettere un po’ di benzina nel motore asfittico dell’ edilizia, arrivano gli incentivi fiscali.
Lo rileva l’ultimo rapporto sul recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, realizzato dal Servizio Studi della Camera in collaborazione con il Cresme, il Centro ricerche economiche sociali di mercato per l’ edilizia e il territorio.
Secondo il rapporto, la detrazione del 50% sulle spese di ristrutturazione e l’Ecobonus del 65% per la riqualificazione energetica degli edifici daranno una piccola boccata di ossigeno all’edilizia e porteranno a una spesa di 29 miliardi di euro a fine 2016.
Il settore dell’ edilizia beneficerà principalmente delle ristrutturazioni, ma si prevede che anche gli interventi di riqualificazione energetica sugli edifici si manterranno su buoni livelli
Gli incentivi fiscali, quindi, continueranno a sostenere l’ edilizia come hanno fatto fin dalla loro introduzione nel 1998. Solo che, nei primi anni, il settore era tonico e le detrazioni fiscali hanno fatto da ulteriore propulsore. Oggi sono l’unica benzina rimasta.
Il rapporto rileva che in 18 anni hanno beneficiato delle agevolazioni 14,2 milioni di interventi, il 55% del numero di famiglie italiane, che hanno investito 237 miliardi di euro, di cui 205 per il recupero edilizio e circa 32 per la riqualificazione energetica.
Nel solo 2015 gli investimenti generati dagli incentivi sono stati superiori a 25 miliardi mentre, stando alle proiezioni del Cresme e del Servizio Studi della Camera, il 2016 si dovrebbe chiudere con investimenti per 29 miliardi nel settore della riqualificazione edilizia.
Per fortuna, gli incentivi fiscali hanno aiutato anche l’occupazione nell’ edilizia, settore che ha visto, dall’inizio della crisi, la peggiore emorragia di imprese. Secondo il rapporto, tra il 2011 e il 2016 gli incentivi hanno generato quasi 1 milione e 500mila occupati diretti.
A fronte di questi dati si capisce come l’ edilizia, in Italia, sia oggi tenuta in piedi principalmente da ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche. Il Cresme stima che, nel 2015, il valore della produzione dell’intero settore dell’ edilizia sia stato di 163,6 miliardi; di questi, 117,9 se ne sono andati in interventi di manutenzione straordinaria e ordinaria, una cifra pari a circa il 72% del totale.
Di questi 117,9 miliardi, 35,9 sono stati spesi per interventi di manutenzione ordinaria e 82 per la manutenzione straordinaria, 47,9 dei quali in interventi sul patrimonio residenziale.