Se le cifre e i trend delle costruzioni in Italia sono ormai un pianto greco, le imprese di casa nostra continuano ad andare forte all’estero.
È il quadro che emerge dal Rapporto Ance 2016 sulla presenza delle imprese italiane di costruzioni all’estero, che nel 2015 hanno aperto oltre 230 nuovi cantieri, per un totale di 17,2 miliardi di euro e un fatturato oltreconfine di 12 miliardi, +14,5% rispetto al 2015.
Le cifre elaborate dall’Ance sulle imprese di costruzioni italiane parlano anche di una crescita che si consolida per l’undicesimo anno consecutivo e che vede le aziende italiane delle costruzioni attive in 89 Paesi, con contratti di costruzione per oltre 87 miliardi di euro.
Il Rapporto Ance 2016 sottolinea anche la forte presenza delle imprese italiane di costruzioni nei mercati più sviluppati al mondo. Una presenza che, lo scorso anno, ha portato 7 miliardi di commesse acquisite in 21 Paesi Ocse, che rappresentano circa la metà del totale dei contratti sottoscritti nel 2015.
L’indagine Ance 2016 non manca di sottolineare come l’attività estera è ormai un business stabile e significativo per le imprese delle costruzioni. Di certo, l’intraprendenza e la caparbietà degli imprenditori gioca un ruolo fondamentale ma, ricorda l’Ance, molto di questo successo per le costruzioni made in Italy si deve all’intenso lavoro di diplomazia economica svolto da ministero degli Esteri, Mise, all’Agenzia Ice, Sace e Simest.
Non caso, la presentazione del Rapporto Ance 2016 è avvenuta nei giorni scorsi alla Farnesina congiuntamente con il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, presente il ministro Paolo Gentiloni, insieme al Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese della Farnesina, Vincenzo De Luca, e al Presidente del Comitato Estero e Vicepresidente Ance, Giandomenico Ghella.