L’Italian Style a tavola è stato protagonista in Cina dal 23 al 25 settembre con Vinitaly International al Shanghai Wine & Dine Festival. Il braccio operativo di Vinitaly ha organizzato per il secondo anno consecutivo l’Italian National Pavilion, che ha presentato sotto un’unica bandiera i prodotti e i marchi più rappresentativi dell’agroalimentare nazionale.
“È da un anno che programmiamo questa iniziativa a Shanghai e i risultati danno ragione al lavoro svolto – ha commentato Maurizio Danese, presidente di Veronafiere -. 150 prestigiose etichette in degustazione, una presenza espositiva tra le più importanti con i principali marchi dell’agroalimentare italiano, 8 media partner di alto livello, il coinvolgimento di alcuni dei più conosciuti ristoranti italiani della metropoli, quattro associazioni regionali e qualificati partner nazionali. Tornare in questa città a due settimane dal 9.9 Wine Festival di Alibaba e dell’evento “E-commerce: the new gateway for Italian wine in China”, organizzato da Ice, Ambasciata d’Italia, Mise e Mipaaf, ci offre l’occasione di dare continuità all’azione di consolidamento su questo mercato di grande potenzialità, anche attraverso il piano di promozione del made in Italy di cui siamo protagonisti”.
Gli ha fatto eco Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere: “Il Shanghai Wine & Dine Festival è un evento completamente B2C, visitato alla sua prima edizione del 2015 da 70mila visitatori, con capacità di spesa medio-alta e una età compresa tra i 25 e i 45 anni. Questo lo rende particolarmente interessante per sviluppare quella cultura del prodotto di qualità a cui si ispira Vinitaly nelle sue attività di promozione all’estero”.
Paese target fin dal 1998, quando Veronafiere organizzò proprio a Shanghai il China Wine, fiera dedicata al vino e alle attrezzature per la vinificazione, la Cina è un mercato ricco di opportunità, che l’Italia, con una quota del 5% e il quinto posto tra i Paesi importatori, non ha ancora saputo cogliere pienamente facendo sistema.
Buoni però i segnali di mercato, grazie all’ottima performance dei primi mesi di quest’anno, che ha visto crescere del 30% le importazioni di vino italiano nel grande Paese asiatico. Una miniera da esplorare per il sistema Vinitaly.
Quarto buyer mondiale di vino, nei primi 4 mesi del 2016 la Cina ha segnato una crescita delle importazioni del 42% contro il +4,5% degli Usa, che la proietta verso la terza posizione entro fine anno. L’Italia è partita tardi rispetto alla Francia, Paese top exporter con il 43% di quote di mercato, e oggi sta pagando anche gli accordi di sistema tra Canberra e Pechino che hanno favorito l’exploit nel 2015 (+111%) del prodotto australiano, secondo Paese fornitore, davanti a Cile e Spagna.