Ci sono momenti dell’anno che, per l’economia italiana, rappresentano dei veri punti di svolta. Uno di questi è la vendemmia, dal momento che il settore vitivinicolo del nostro Paese è una delle eccellenze mondiali e motore per un indotto di proporzioni rilevanti.
I numeri parlano da soli: 650mila ettari di vigne, dei quali 480mila Doc, Docg e Igt; oltre 200mila aziende vitivinicole; oltre 1,3 milioni di addetti; 10 miliardi di fatturato annui derivanti solo dalla vendita del vino. Ecco dunque l’importanza chiave della vendemmia.
Per non parlare poi dell’indotto che ruota intorno al mondo del vino: dalla produzione di bottiglie e bicchieri alla produzione di tappi, dalla trasformazione, alla distribuzione, al commercio.
La vendemmia 2016 è iniziata con una settimana di ritardo di rispetto allo scorso anno e le previsioni di Coldiretti sono rosee. L’associazione dei coltivatori diretti stima un 5% in più di produzione rispetto al 2015, quando si arrivò alla cifra record di 47,5 milioni di ettolitri.
Oltre che sulla quantità, le stime positive di Coldiretti per la vendemmia 2016 si riferiscono anche alla qualità. Se lo scorso anno ci fu una stagione estremamente secca, quest’anno le recenti escursioni termiche e un clima estivo generalmente buono fanno prevedere uve e vini di alta qualità.
In questo senso, ricorda Coldiretti, la stagione della vendemmia è lunga, poiché è cominciata nelle scorse settimane dalla Franciacorta e terminerà a novembre inoltrato con i grandi vitigni di Aglianico e Nebbiolo. Ragion per cui, alle stime di questi giorni sulla vendemmia potranno far seguito dati effettivamente positivi se il clima da qui all’autunno inoltrato risulterà favorevole.
Stime a parte, il dato certo è il grande peso che il settore vitivinicolo ha sull’economia italiana e, di conseguenza, le grandi aspettative che la vendemmia porta con sé, in virtù delle oltre 200mila aziende agricole che vi sono coinvolte.
Coldiretti stima che oltre metà del fatturato derivante dalla vendita di vino italiano sarà totalizzato all’estero. Del resto, i dati di export fanno già ben sperare, dal momento che nei primi 4 mesi del 2016 si è registrato un +2% di esportazioni di vino italiano in volumi, rispetto allo stesso periodo del 2015, che già era stato più che positivo.
Del resto, le uve della vendemmia 2016 secondo Coldiretti andranno ad alimentare per più del 40% il circuito dei vini a denominazione di origine controllata (Doc, sono 332 in Italia) e dei vini a denominazione di origine controllata garantita (Docg, 73). Il 30% darà vita ai vini a indicazione geografica tipica (Igt, 118) e il 30% ai vini cosiddetti da tavola.
E sulla strategicità di vino e vendemmia, il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo ha le idee chiare: “Il vino italiano è cresciuto scommettendo sulla sua identità, con una decisa svolta verso la qualità che ha permesso di conquistare primati nel mondo. Oggi 1 bottiglia esportata su 5 è made in Italy”.