Non è certo un luogo comune quello secondo il quale gli ingegneri non conoscono disoccupazione. E, se anche non vera al 100%, questa convinzione ha delle solide basi sulle quale posarsi.
Lo conferma un rapporto pubblicato dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, dal quale emerge che il leggero miglioramento della congiuntura economica italiana, a metà del 2015, ha coinciso con una lieve e incoraggiante ripresa di tono della domanda e dell’offerta di figure professionali con laurea in ingegneria.
In particolare, si è ridotto tra gli ingegneri il numero di inattivi ed è aumentato il numero di occupati, nonostante sia aumentato anche il numero degli ingegneri che risultano disoccupati.
Tra gli ingegneri, rileva il rapporto, il tasso di occupazione (vicino al 75%) e quello di attività (78,6%) restano tra i più elevati tra le diverse categorie professionali in Italia. Aumenta l’incidenza della componente femminile, con un tasso di occupazione al 70,5%, +16% rispetto al corrispondente dato medio nazionale. Persistono marcate differenze dei livelli occupazionali tra le regioni del Nord e quelle del Sud, con un divario, a sfavore delle seconde, di circa il 20%.
Sempre secondo il Centro Studi del Consiglio Nazionale, i primi tre ambiti in cui attualmente operano gli occupati con laurea in ingegneria sono quelli connessi alla progettazione in campo civile, ingegneria meccanica e progettazione in campo energetico, analisi e progettazione software.
Se invece si guarda al mercato del lavoro in cui operano gli ingegneri, si nota qualche segnale contradditorio. In base all’elaborazione dei dati estratti dall’Indagine sulle forze di lavoro 2015 dell’Istat, il numero di ingegneri fa registrare, per la prima volta, una lieve flessione (circa 1.000 individui in meno) rispetto al 2014. Sale, invece, la quota di occupati (dal 73,4% al 74,6%) e contemporaneamente sale il tasso di disoccupazione, dal 4,4% al 5,1%.