Una delle filiere industriali che più potrebbero giovare di una svolta verso l’ Industria 4.0 è quella dell’automobile che, peraltro, in diversi casi è già avviata da tempo lungo questa strada.
Non è un caso, quindi, che uno dei commenti più tempestivi e positivi nei confronti del Piano Nazionale Industria 4.0 presentato nei giorni scorsi dal governo arrivi dall’Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica). Positivo sì, ma anche con qualche distinguo.
“Approviamo l’impostazione del Piano, che punta a potenziare in chiave 4.0 strumenti incentivanti già in vigore e di dimostrata efficacia – commenta Aurelio Nervo, presidente di Anfia -. Rinnoviamo, inoltre, la nostra disponibilità al dialogo con le istituzioni – nello specifico con la cabina di regia che coordinerà l’attivazione e la gestione degli strumenti previsti – e al coinvolgimento nel progetto di implementazione del Piano, per la definizione della lista dei beni legati alla manifattura 4.0 e delle misure al contorno”.
“Facciamo notare, tuttavia – prosegue Nervo -, che la riduzione al 120% della maggiorazione del superammortamento per i veicoli e altri mezzi di trasporto penalizza ingiustamente solo questa categoria di beni strumentali, a cui è stato riservato un trattamento non paritario nell’ambito di una politica di ammodernamento delle strutture produttive trasversale ai vari settori. Del superammortamento beneficiano, infatti, gli utilizzatori finali, in questo caso le imprese che impiegano i veicoli come beni strumentali d’impresa (ad esempio le imprese di autotrasporto e le PMI dotate di piccole flotte aziendali)”.
“Riteniamo che il trend di ripresa che dal 2015 caratterizza il mercato degli autoveicoli – conclude Nervo – abbia bisogno di essere sostenuto su un orizzonte temporale più lungo, attraverso misure strutturali che diano continuità al lento rinnovo del parco circolante italiano, uno dei più anziani d’Europa. Un sostegno che, quindi, va a beneficio della sicurezza sulle strade e della riduzione dell’impatto ambientale della circolazione, in linea con gli ambiziosi obiettivi ambientali fissati dai regolamenti comunitari”.
Nel commentare il Piano Industria 4.0, Anfia ricorda che, per chi investe in innovazione, è previsto un iperammortamento che passa dall’attuale 140% al 250% per i beni legati alla manifattura 4.0.
L’automotive è considerato il settore pilota di questo paradigma, in quanto presenta caratteristiche che ne facilitano e ne rendono immediatamente efficace e visibile l’applicazione. Per questo è già avviato lungo la strada dell’ Industria 4.0.
Infatti, è un comparto che opera verticalmente lungo l’intera catena del valore, con filiere lunghe ma trasparenti e tracciabili; include già oggi settori di competenza e addetti nativi digitali; lavora su tempi stretti di ingegnerizzazione del prodotto e rapide evoluzioni dello stesso; deve rispondere a crescenti esigenze di customizzazione attraverso una gestione snella e versatile delle varianti di prodotto, facendo dialogare le divisioni R&D e Produzione in modo intelligente.
La digitalizzazione nel settore auto, ricorda Anfia, è già in corso non soltanto sul piano del manufacturing e del prodotto finale, ma anche in termini di nuovi modelli di mobilità. Tuttavia, tra le coperture previste per il Piano Industria 4.0 viene citata la riduzione della maggiorazione del superammortamento per i veicoli ed altri mezzi di trasporto dal 140% al 120%. Di qui l’amara considerazione di Nervo.