In anni nei quali la crisi ha lasciato poco o nulla nelle tasche degli italiani, il mercato dell’ usato ha subito un’importante rivalutazione. In Italia, infatti, il settore dell’ usato è in espansione: +1,5% rispetto al 2015.
Al primo trimestre 2016 si contano 3.480 imprese italiane attive nella vendita di usato che il tempo impreziosisce, rende trendy secondo la moda vintage del momento o permette di risparmiare rispetto all’acquisto ex-novo.
L’articolo usato che si presta a essere rivenduto è in primis il mobile e l’oggetto di antiquariato, che genera lavoro per 1.701 imprese; sono poi 1.241 le attività addette alla vendita di indumenti e altri oggetti usati e 282 quelle che commerciano al dettaglio libri di seconda mano.
Roma (10,9%), Milano (7,8%) e Torino (5,7%) sono le tre province più floride nel campo dell’usato, contando rispettivamente 378, 272 e 200 attività. Napoli (191) e Firenze (156) ospitano il 5,5% e il 4,5% delle imprese del mercato dell’ usato.
Sono dati che emergono da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati del registro delle imprese attive al primo trimestre 2016 e 2015.
La camera di commercio punta poi la propria attenzione sul settore locale e rileva che i primi tre mesi del 2016 segnalano la Lombardia come regione italiana dell’ usato: cresce del 4,1%, è sede di 560 imprese del settore che rappresentano oltre il 16% del totale nazionale.
I giri d’affari dell’ usato più vitali? Si espande del 13,3% il mercato del commercio dei libri già letti (da 30 a 34 imprese), si sviluppa del 4,7% l’interesse per i pezzi di antiquariato (da 234 a 245) e la vendita di vestiti usati (da 220 a 225) cresce del 2,3%.