Quando vengono pubblicati i dati sulle immatricolazioni di veicoli, bisogna andarci sempre cauti. Secondo i dati Acea, l’associazione dei costruttori europei, a luglio si è registrato un calo dell’1,8% delle immatricolazioni nell’Ue a 28 (più Efta), parentesi negativa dopo 34 mesi consecutivi di crescita.
Ad agosto, invece, è stato registrato un nuovo balzo in avanti delle immatricolazioni, +9,5%. Complessivamente, da gennaio 2016 sono stati immatricolati in Europa 10,1 milioni di veicoli il 7,8% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Tra i Paesi più dinamici in termini di immatricolazioni c’è l’Italia, che ha chiuso in doppia cifra sia il mese di agosto (+20,1%), sia i primi 8 mesi dell’anno: +17,4%.
Numeri interessanti, sui quali però il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi, invita a fare una riflessione: “Ad agosto e nei primi 8 mesi del 2016 le immatricolazioni italiane hanno in pratica raddoppiato quelle della media europea. Le promozioni messe in campo da case e concessionarie hanno fatto la differenza ma, a nostro avviso, il mercato italiano è anche caratterizzato dal ricorso alle chilometri zero, che aumentano i volumi ma non certo la redditività”.
“Negli altri Paesi europei – conclude Pavan Bernacchi – il fenomeno delle chilometri zero non esiste o comunque ha un utilizzo molto contenuto. E ad ogni modo, purtroppo, molte chilometri zero estere tornano in Italia per creare concorrenza sleale ai concessionari che hanno in piedi investimenti massicci per gli standard dei costruttori”.