Secondo i dati Istat ad oggi disponibili, relativi al periodo gennaio-giugno 2016, l’interscambio con l’estero di moda donna conferma il trend favorevole sul fronte export, mentre registra una battuta d’arresto nel caso dell’import. In particolare, le vendite estere di womenswear hanno evidenziato un aumento pari al +2,8%: pur decelerando sensibilmente rispetto alla ben più rotonda crescita del primo semestre 2015 (pari al +7% circa), l’export settoriale sale, quindi, a 3,9 miliardi di euro.
Al contempo, l’import frena al -0,1%, assestandosi sui 2,3 miliardi di euro così come nel gennaio-giugno 2015. Il settore, pertanto, mantiene un ampio surplus commerciale con l’estero per un totale di oltre 1,6 miliardi di euro nel periodo in esame.
Analizzando le performance per macro-aree geografiche, nel caso delle esportazioni la Ue si rivela ancora una volta più dinamica e mette a segno un incremento del +4,9%, assorbendo così il 52,5% dell’export totale dall’Italia; le aree extra-Ue, invece, non vanno oltre un +0,6%. Contestualmente, l’import fa registrare una dinamica del +9% dal mercato comunitario, a fronte, invece, di una flessione del 6,9% sperimentata dall’extra-Ue, pur cresciuta di quasi il +20% nel medesimo periodo dello scorso anno.
Tra i mercati Ue, Francia e Germania, rispettivamente primo e secondo mercato di sbocco della moda donna made in Italy, segnano rispettivamente una crescita del 6% e dell’8%. Le vendite dirette nel Regno Unito, pur su valori più contenuti rispetto alle prime due destinazioni, registrano un incremento del 6,6%, mentre quelle in Spagna del 6,3%. Questi quatto Paesi concorrono complessivamente al 34,5% dell’export settoriale totale.
Mentre Belgio e Paesi Bassi sono interessati da variazioni negative (-1,2% e -6,5% rispettivamente), cresce anche l’export diretto in Austria (+6%) e Polonia (+26,6%).
Relativamente ai mercati extra-europei, gli Usa, terza destinazione e prima non-Ue della moda donna italiana, fanno registrare un lieve calo pari al -1,4%, rispetto ad un controvalore del primo semestre 2015 molto significativo, raggiunto grazie ad un incremento del 30,3%.
Hong Kong e Cina risultano caratterizzate da dinamiche ancora positive, rispettivamente pari al +3,3% e al +2,9%, assorbendo così il 10,6% della moda donna italiana al pari della Germania.
La Russia, che nei primi sei mesi dello scorso anno aveva ceduto oltre il 30%, recupera terreno, contenendo il calo al -4,6%. Proprio il mese di giugno 2016 assiste ad un’inversione di tendenza dell’export, che, rispetto al dato del giugno 2015, segna un incremento pari al +3,2%
I discreti risultati ottenuti dalla moda donna made in Italy sono previsti proseguire anche nella seconda parte dell’anno, nonostante il permanere di un quadro economico e politico estremamente complesso in ambito internazionale.