Importante pronunciamento della Corte Costituzionale in materia di legge 104. La Corte ha infatti ritenuto illegittimo l’articolo 33, comma 3 della legge 104, poiché viola gli articoli 2,3 e 32 della Costituzione quando non include i conviventi di chi utilizza i permessi mensili concessi dalla legge tra le persone legittimate a fruirne.
Con il suo pronunciamento in materia di legge 104, la Corte Costituzionale ritiene “irragionevole” che il convivente della persona disabile grave non possa fruire dei permessi.
Secondo la Consulta, l’art. 3 della Costituzione va considerato in questa valutazione non tanto perché afferma che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge” quanto perché è illogica l’esclusione del convivente da una legge come la legge 104 che ha l’obiettivo di tutelare il diritto alla salute psico-fisica del disabile.
Una illogicità che vale principalmente se la convivenza tra il disabile grave e la persona che fruisce dei permessi della legge 104 è basata su una relazione affettiva che rientra nell’ambio del “rapporto familiare”.
I giudici della Consulta, pur considerando la distinta considerazione costituzionale della convivenza e del rapporto coniugale, ritengono che in questa discussione sulla 104 vi sia tra essi un elemento unificante costituito dall’esigenza di tutelare il diritto alla salute psico-fisica del disabile grave, diritto che rientra tra quelli inviolabili dell’uomo come sancito dall’articolo 2 della Costituzione stessa.