Chi beve birra campa cent’anni e se beve birra italiana aiuta anche l’economia. E, specialmente all’estero, di gente che beve birra italiana ce n’è davvero tanta. Lo conferma la Coldiretti, che in una sua analisi ha rilevato come in 10 anni le esportazioni di birra italiana sono quadruplicate, toccando nel 2015 il massimo storico per un valore di 183 milioni di euro, la maggior parte dei quali fatturati in Paesi del Nord Europa, dalla Gran Bretagna alla Germania.
La birra italiana ha dunque tutte le carte in regola per continuare a crescere anche in Paesi con una forte tradizione di consumo, come la Repubblica Ceca (144 litri pro capite), l’Austria (107,8), la Germania (105), l’Irlanda (85,6), il Lussemburgo (85), la Spagna (82).
Quelle dell’export sono percentuali di crescita importanti: in Germania e Olanda +49%, nel Regno Unito +10%, mentre in Belgio le vendite di birre italiane sono decuplicate. Un trend di crescita nei consumi che, con la bella stagione, viene replicato anche in Italia (+6%), come rileva un’analisi di Coldiretti su dati Ismea, nella quale si sottolinea la grande crescita delle birre artigianali made in Italy sul mercato.
Secondo Coldiretti, i microbirrifici artigianali sono passati dalla trentina di 10 anni fa a circa un migliaio, per una produzione stimata annua in 45 milioni di litri. Un’espansione che, oltre a contribuire alla crescita dell’economia, fa della birra italiana artigianale un importante volano di occupazione, specialmente tra gli under 35.
La progressione delle tecniche brassicole e la giovane età di chi lavora nei microbirrifici artigianali fanno sì che nel settore si sperimentino profonde innovazioni, dalla certificazione dell’origine a chilometri zero della birra italiana al legame diretto con le aziende agricole, ma anche la produzione di specialità distintive o forme distributive innovative, come i cosiddetti brewpub o i mercati degli agricoltori di Campagna Amica.
Coldiretti invita anche a ricordare che, alla base di una buona birra italiana, vi è anche una buona materia prima. Le coltivazioni nazionali di orzo danno infatti una produzione annuale di circa 950mila tonnellate su una superficie complessiva investita di circa 243mila ettari. Se si considera che la filiera cerealicola, unitamente al ministero delle Politiche agricole, ipotizzano un impegno annuo di granella di orzo pari a circa 90mila tonnellate, si capisce quanto la birra italiana sia importante per i motore economico dell’agroalimentare nazionale.