Le associazioni professionali più strettamente collegate al mondo dell’edilizia non hanno tardato a far sentire la propria voce all’indomani del terremoto nel centro Italia. Oltre agli architetti, anche gli ingegneri, per bocca del presidente del Consiglio Nazionale di categoria, Armando Zambrano, sono intervenuti in merito al terremoto.
“Gli eventi distruttivi purtroppo non sono una novità, specialmente nella dorsale appenninica – ha scritto Zambrano in una nota sul terremoto -. In queste zone esistono ancora edifici costruiti in pietra, in anni in cui non esistevano normative antisismiche. Occorrerebbe una forte azione di adeguamento, come noi ingegneri chiediamo da anni, sin dai tempi del terremoto in Irpinia. Occorrono norme semplici che consentano di intervenire nei centri storici. Inoltre, la conoscenza del livello di sicurezza di un edificio deve diventare parte essenziale della sua carta di identità. E’ assurdo constatare come in una compravendita di un immobile venga chiesto il certificato di classe energetica e non un documento che attesti l’adeguamento dello stesso alle norme antisismiche”.
“Nel nostro Paese è necessaria un’intensa azione di verifica della sicurezza delle costruzioni – ha proseguito Zambrano -. Questa è facilmente realizzabile, tanto più se si considera che noi in Italia abbiamo maturato la tradizione della conservazione. Università, professionisti e mondo scientifico hanno elaborato negli anni tutta una serie di tecniche che possono rendere tutti gli edifici sicuri. Non c’è fabbricato che non possa essere migliorato da un punto di vista sismico. Da anni studiamo queste problematiche, siamo all’avanguardia nel mondo e oggi siamo in grado di risolverle anche a costi tutto sommato accettabili”.
Zambrano si è poi soffermato sull’attività da svolgere immediatamente dopo l’emergenza terremoto. “I paesi colpiti possono sicuramente essere ricostruiti mantenendo il tessuto edilizio. E’ la direzione da seguire, evitando di ripetere gli errori commessi nel passato con le new town che, alla lunga, hanno un impatto sociale insostenibile. Anche perché costruirle spesso costa assai più che intervenire sul costruito. L’importante, però, è fare presto. In questo senso noi ingegneri siamo a disposizione per la scrittura di regole precise che superino le pastoie burocratiche e consentano alle persone di rientrare al più presto nelle proprie abitazioni”.
Infine, da Zambrano una riflessione sulla percezione di eventi come questo terremoto a livello europeo: “Va detto che abbiamo qualche difficoltà a far capire ai nostri partner europei l’importanza dell’aspetto sismico. Non a caso, a Bruxelles si dà più peso al tema del risparmio energetico che non alla messa in sicurezza degli edifici. Ciò accade perché il problema è percepito come marginale, dal momento che riguarda essenzialmente due Paesi del sud Europa, noi e la Grecia. Sarebbe importante ottenere dei risultati su questo terreno perché si potrebbero dirottare preziosi fondi europei sulla riduzione del rischio sismico”.