Attenzione ai controlli sulla dichiarazione dei redditi. Quando ormai anche il 730 precompilato 2016 è andato in pensione, è bene ricordare l’utilità di conservare i documenti relativi alla dichiarazione dei redditi.
Infatti, un controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate è possibile fino al quarto anno successivo a quello di trasmissione della dichiarazione dei redditi. Per esempio, se prendiamo la dichiarazione 2016 (relativa all’anno d’imposta 2015), i documenti devono essere conservati fino al 2020 in formato cartaceo.
Questo perché il contribuente, se interpellato, deve essere sempre in grado di fornire una pezza giustificativa a quanto dichiarato. Qualora non giustificasse i dati inseriti nella dichiarazione dei redditi, l’ufficio delle entrate emette un avviso bonario in modo da recuperare a tassazione gli importi non giustificati dal contribuente.
L’Agenzia delle Entrate ricorda anche quali sono i documenti più comuni da conservare:
- certificazioni uniche;
- fatture, ricevute, quietanze di pagamento di oneri e spese deducibili/detraibili (scontrini relativi a spese mediche; bollettini con il versamento dei contributi Inps di colf e badanti; contratto di acquisto o mutuo dell’abitazione principale; fatture dei lavori condominiali; ricevute di erogazioni liberali ricevute di versamento dell’assegno periodico al coniuge in caso di separazione o divorzio).