C’è un’azienda che, in quanto a entrate, non conosce crisi. È lo Stato, che continua a macinare incassi, salvo poi spendere le proprie risorse in maniera scellerata.
Lo conferma il ministero dell’Economia, che ha reso noto come le entrate tributarie e contributive nel primo semestre del siano cresciute di quasi 5 miliardi (4.980 milioni, +1,6%) rispetto all’analogo periodo del 2015.
Si tratta di un combinato disposto tra crescita delle entrate tributarie (+2.624 milioni, +1,2%) e delle entrate contributive in termini di cassa (+2.356 milioni, +2,3%).
Nello specifico, nei primi sei mesi del 2016, le entrate tributarie erariali accertate in base al criterio della competenza giuridica sono state pari a 203.477 milioni, con un incremento di +8.374 milioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, +4,3%.
Le imposte dirette sono state pari a 111.708 milioni (+4.894 milioni, +4,6%) e quelle indirette a 91.769 milioni (+3.480 milioni, +3,9%). La variazione di gettito riscontrata sulle imposte dirette è da imputare all’andamento dell’Irpef, cresciuta di 4.229 milioni di euro (+5,1%) rispetto al 2015.
Tra le imposte indirette, le entrate Iva sono state pari a 53.707 milioni (+4.202 milioni, +8,5%). L’andamento dell’imposta sul valore aggiunto ha registrato una variazione positiva nella componente degli scambi interni di 4.919 milioni (+11,4%), di cui 5.175 milioni di crescita derivano dai versamenti da split payment.
Le entrate tributarie del bilancio dello Stato incassate nei primi sei mesi del 2016 sono state di 197.414 milioni, +10.284 milioni rispetto allo stesso periodo del 2015 (+5,5%). In aumento le imposte dirette, che ammontano a 109.914 milioni (+6.186 milioni, +6%). In crescita le imposte indirette, pari a 87.500 milioni (+4.098 milioni, +4,9%).
Tanti bei soldoni, quindi, nelle tasche dello Stato. E la qualità dei servizi che ritornano ai cittadini?