All’indomani del referendum sulla Brexit, le Borse europee hanno subito un tracollo con pochi precedenti, trascinate a fondo dalle forti vendite sui titoli delle banche. La peggiore è stata Milano, non solo perché i nostri istituti, come quelle di altri Paesi, sono molto esposti nel Regno Unito, ma anche perché sono tra le più deboli del Vecchio Continente a causa delle forti sofferenze bancarie, farcite come sono di crediti deteriorati, ossia denaro prestato che difficilmente riusciranno a riottenere.
Per colpa dei privati, cui le banche hanno prestato soldi in maniera incauta? No. Secondo un’analisi dell’Ufficio studi della Cgia, l’80% delle sofferenze bancarie, somme quindi inesigibili, è in capo a grandi gruppi finanziari o industriali.
Al 31 marzo 2016, l’80% circa dei finanziamenti per cassa era stato erogato dalle banche italiane al primo 10% degli affidati, che ha causato da solo poco più dell’81% di sofferenze bancarie per crediti deteriorati.
E non si tratta di poca roba. Sempre secondo la Cgia, al 31 marzo 2016 il totale dei crediti deteriorati del nostro Paese tra sofferenze, inadempienze probabili o finanziamenti scaduti o sconfinati era pari a 333,2 miliardi: 196 di sofferenze lorde, 125,2 di inadempienze probabili e 12 miliardi di finanziamenti scaduti o sconfinati
Una situazione drammaticamente ingiusta soprattutto nei confronti delle imprese sane che richiedono finanziamenti, verso le quali le banche hanno chiuso i rubinetti del credito. Da aprile 2015 ad aprile 2016 gli impieghi alle imprese italiane sono calati di 24,3 miliardi, mentre dal 2011, anno di massima erogazione dei crediti, le imprese italiane hanno avuto 144 miliardi in meno di prestiti bancari. A livello di regione le strette al credito più rilevanti a seguito delle sofferenze bancarie si sono avute nel Lazio (-5,6 miliardi) e nel Veneto (-4,9 miliardi).
E se ancora ci fosse bisogno di una conferma su dove giace la maggior parte dei crediti deteriorati, ecco che, analizzando i dati relativi alle sofferenze bancarie per classi di grandezza, al 31 marzo 2016 il 70% delle sofferenze era concentrato nelle classi sopra i 500mila euro.