Il presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT), Riccardo Alemanno, e il consigliere Giuseppe Zambon hanno incontrato, nella giornata di mercoledì, il Direttore Centrale Accertamento dell’Agenzia delle Entrate Aldo Polito.
Il confronto si è incentrato sulla problematica relativa alle prestazioni gratuite dei professionisti e ad alcune presunte metodologie di controllo. L’incontro è avvenuto nella sede centrale dell’Agenzia delle Entrate e ha avuto risultati estremamente positivi in merito alle preoccupazioni espresse dal presidente Alemanno sull’accertamento delle prestazioni gratuite eseguite dai professionisti.
Il dott. Polito ha dichiarato che da parte dell’Agenzia non esiste la volontà di perseguire le prestazioni gratuite poste in essere da un professionista quando queste abbiano giustificazioni oggettive. In particolare Polito, rispondendo a una domanda del presidente Alemanno sulla veridicità di una metodologia di accertamento dell’attività degli intermediari fiscali eseguita tramite l’applicazione di valori desunti da tariffari professionali per determinare la congruità dei compensi legati alle dichiarazioni dei redditi, ha affermato che tale sistema non rientra tra le modalità di controllo indicate dall’Agenzia e che da un primo monitoraggio degli uffici periferici non risulta che ciò sia applicato.
Se sul territorio si verificassero tali situazioni, ha chiesto ad Alemanno di provvedere a segnalarle al suo ufficio affinché la Direzione centrale possa poi verificare i comportamenti sul territorio. I rappresentanti dell’INT hanno espresso piena soddisfazione per le parole del direttore Polito e hanno assicurato la massima collaborazione in merito.
Un incontro, quello tra Polito e Alemanno, seguito a una nota preoccupata del presidente dell’INT inviata a Polito stesso lo scorso mese: “Il mio timore e la mia preoccupazione – si legge nella nota di Alemanno – non sono dati dalla presunzione di evasione relativamente alle prestazioni gratuite, cosa che da sempre è oggetto di accertamento se non riconducibile a giustificazioni reali, ma dall’applicazione di parametri, nel caso in esame (ndr accertamento su ricostruzione reddito collegato ai modelli Unici inviati telematicamente) dai prezzi delle dichiarazioni dei redditi desunti dal tariffario dei dottori commercialisti”.
“A parte il fatto – prosegue la nota – che i valori indicati sono ben lontani dai valori medi applicati dagli intermediari fiscali, soprattutto negli ultimi anni dove si fa sempre più fatica a incassare i normali compensi, i tariffari, non più obbligatori ma solo indicativi, se applicati causerebbero una fuoriuscita dagli studi degli assistiti. Nell’ambito proprio dell’attività degli intermediari fiscali (tributaristi, commercialisti, consulenti del lavoro, revisori, ecc.) si utilizza la forfetizzazione dei compensi, poiché nella maggior parte dei casi si tratta di prestazioni continuative. Se ad un singolo soggetto applicassimo solo per la dichiarazione dei redditi i valori indicati dall’ADE e sommassimo poi quelli della contabilità e consulenza, applicheremmo prezzi che ci manderebbero fuori mercato. Le chiedo pertanto se tali parametri vengano applicati effettivamente ed in caso affermativo allora si dovrebbero rivedere in virtù della realtà operativa degli studi”.