E’ giunta, in Commissione Finanze e Tesoro del Senato, la risposta del Mise all’interrogazione presentata dal Sen. Federico Fornaro sulla problematica dell’inserimento degli indirizzi pec dei professionisti di cui alla Legge n.4/2013.
L’interrogazione, presentata su sollecitazione dell’Istituto Nazionale Tributaristi, chiedeva l’intervento dei ministeri competenti per risolvere una carenza normativa relativa all’indice nazionale INI – PEC, che contiene gli indirizzi di imprese e professionisti di area ordinistica, ma non quelli dei professionisti di area associativa.
Il Mise il 28 giugno scorso presentava, per voce del Sottosegretario allo Sviluppo Economico Antonio Gentile, la risposta che, effettuati una serie di rilievi circa la non obbligatorietà per i professionisti associativi di avere un indirizzo pec e specificando che servirà un intervento normativo, così conclude: “… il ministero dello Sviluppo Economico approfondirà gli aspetti segnalati e gli ulteriori che potrebbero rilevarsi, coinvolgendo in tal senso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il ministero della Giustizia e soprattutto l’AgID, quali attori principali sull’argomento”.
Il senatore Fornaro, il quale si è dichiarato parzialmente soddisfatto, ha auspicato che il Governo si attivi al fine di superare gli ostacoli normativi la cui sussistenza è stata riconosciuta dal Sottosegretario Gentile.
Una risposta a luci ed ombre, sottolinea il Presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT) Riccardo Alemanno, che già dal 2013 ha più volte sottoposto la problematica ai titolari del Mise che si sono succeduti in questi anni – segnalazione già inviata anche al ministro Calenda -. Ha infatti dichiarato Alemanno: “Ringrazio il Sen. Fornaro per l’impegno e per avere ben compreso il problema ed il Mise per la celerità di risposta, prendo atto della volontà del ministero di volere approfondire la problematica e a tal proposito ho richiesto un incontro al Sottosegretario Gentile per potere ripresentare tutte le nostre proposte di possibile modifica legislativa. Rimango però perplesso sul fatto che l’utilizzo di uno strumento come la pec sia legato a degli obblighi e non a delle opportunità. Ritengo che l’implementazione dell’indice INI – PEC, oltre ad essere utile per la Pubblica Amministrazione (in termini di tempo e costi) e necessaria per i professionisti di area associativa (i tributaristi hanno subito disagi a causa di ciò nell’ambito della loro attività professionale di intermediari fiscali), rappresenti un passo in avanti circa la modernizzazione dei sistemi di comunicazione tra cittadini e P.A.; pertanto deve essere incentivata e la normativa resa meno rigida. Quindi ribadisco come sia molto importante che il dicastero competente abbia dichiarato l’interesse ad approfondire la problematica”.
Ora il Presidente dell’INT, anche nella sua veste di Vice Presidente vicario di Confassociazioni, seguirà con ancora maggiore attenzione l’evoluzione della vicenda al fine di tenere alto l’interesse delle istituzioni.