Gli architetti italiani alzano la voce sul nuovo codice dei contratti e chiede un coinvolgimento importante della categoria in sede ministeriale. Il nuovo Codice dei contratti, sottolinea infatti Federarchitetti in un comunicato, richiede controlli e modifiche che non possono limitarsi alla correzione ortografica del suo testo. La recente pubblicazione del correttivo degli errori riscontrati dimostra che un lavoro importante è stato eseguito ma ancora molto deve essere fatto.
È necessario, prosegue ancora Federarchitetti, che il Governo, dopo l’encomiabile sforzo di rispettare la tempistica datasi, proceda ad un ampio e proficuo lavoro di confronto con coloro che sono deputati all’applicazione di uno strumento legislativo fondamentale per un comparto, quello edilizio, importantissimo.
Federarchitetti ritiene che sia passato il tempo dell’approccio sterile di chi legge e studia articoli e commi perdendo di vista lo spirito che dovrebbe sottendere uno strumento come questo.
Federarchitetti ritiene che la qualità diffusa del territorio italiano, la centralità del progetto, il valore sociale e culturale delle trasformazioni delle nostre città richieda uno sforzo da parte delle istituzioni che non può essere limitato all’incontro esclusivo di alcuni dei soggetti interessati, ma ad aprire il massimo confronto per ottenere un obiettivo comune.
I tavoli di confronto non possono essere limitati all’ANCE che, ovviamente, tratta solo una parte, legittima, del problema.
Anche le associazioni ordinistiche chiedono l’istituzione di un tavolo di confronto con le professioni tecniche, noi non possiamo che condividere, ma auspichiamo che nessuno pensi di svolgere questo importante dibattito senza il diretto coinvolgimento delle associazioni sindacali di parte datoriale che rappresentano gli studi professionali degli architetti e degli ingegneri liberi professionisti.
La rappresentatività del mondo professionale non può passare per gli “enti pubblici non economici” ma richiede anche una riflessione sui ruoli e sulle competenze.
Gli architetti e gli ingegneri liberi professionisti, conclude Federarchitetti, si aspettano da questa fase una serie di approfondimenti sul testo per confermare un giudizio di massima sostanzialmente positivo che, tuttavia, necessita di verifiche e di analisi da condurre con metodo e concertazione.