Ormai lo sanno anche i sassi. Il comparto dell’ edilizia è quello che ha subito i colpi più duri dalla crisi e continua a subirli, come dimostrano i dati dell’Osservatorio congiunturale Ance presentato nei giorni scorsi a Roma. Anche nel 2016, infatti, cala l’occupazione nel settore edile: -3,5% nei primi 3 mesi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Sempre nel trimestre, il credito per gli investimenti nel settore residenziale è sceso dell’11,1%, portando i calo degli investimenti in edilizia a -70% dal 2007. Nonostante nel trimestre siano aumentate le compravendite (+20,6%), purtroppo le imprese dell’ edilizia continuano a distinguersi per la situazione negativa della loro liquidità, specialmente per quelle che lavorano con la Pa: se vengono pagate, il saldo avviene in media a 168 giorni, quasi tre volte più della scadenza di legge (60 giorni).
Questo trend ha portato a perdere, nei primi 7 anni di crisi (2008-2014), oltre 580mila posti di lavoro e alla chiusura di oltre 100mila imprese. Considerando l’indotto, l’edilizia ha perso, dall’inizio della crisi 800mila posti di lavoro.
Ecco perché l’Ance, ha parlato del 2016 come di un’occasione perduta per il mondo dell’ edilizia. Perché l’avvio dell’anno in calo ha indotto l’associazione dei costruttori a ridimensionare le aspettative di crescita degli investimenti da +1% a +0,3%.
In assenza di correttivi, anche il 2017 sarà un anno buio per l’ edilizia, con le stime di un -1,2% dei livelli produttivi su base annua, -3,6% di opere pubbliche, -0,2% di ristrutturazioni, -3% di edilizia residenziale.
Quali sarebbero questi correttivi per far fiatare il settore? L’associazione nazionale dei costruttori li ha riassunti in una serie di richieste al governo: proroga per altri 3 anni delle detrazioni Irpef del 50% dell’Iva per chi acquista abitazioni in classe energetica A o B; periodo transitorio del nuovo codice degli appalti; norme per favorire gli interventi di sostituzione edilizia; messa a regime degli incentivi potenziati per la ristrutturazione edilizia e per la riqualificazione energetica.
Tutti interventi che potrebbero contribuire a una micro ripresa nel settore. Micro, perché tornare ai livelli pre-crisi sarà forse impossibile. Per sempre.