Quella appena iniziata sarà un’estate all’insegna del made in Italy agroalimentare. È quanto sostengono i giovani di Coldiretti, analizzando un’indagine Ixè dalla quale emerge che il 78% degli italiani in vacanza, quando mangia fuori, ricerca la cucina tipica del luogo in cui si trova.
I giovani di Coldiretti partono da questo dato per commentare il decreto legislativo che contiene una importante norma secondo la quale i comuni, sentite le Regioni, avranno la facoltà individuare al proprio interno zone di particolare valore storico, artistico, archeologico e paesaggistico, dove vietare o limitare l’esercizio di attività commerciali che non siano non compatibili con le esigenze di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale locale.
Il decreto, che sarà trasmesso al Parlamento di fatto vorrebbe tutelare la presenza nei centri storici italiani di locali che servono cibo tipico, sempre più a rischio di sparizione, soppiantati dai locali di cucina etnica che, nonostante il positivo messaggio multiculturale che portano, c’entrano nulla con le tradizioni autoctone dei centri italiani, grandi o piccoli che siano.
“Per il baccalà fritto a Roma, l’intruglio della Versilia o il panino e milza a Palermo i turisti sono ormai costretti a cercare su internet o nelle guide. I turisti italiani e stranieri, quando arrivano nelle città, si aspettano di mangiare prodotti della tradizione locale che sono la vera forza della vacanza made in Italy, conquistata con la distintività, la biodiversità e il legame con il territorio”, sostengono i giovani di Coldiretti.
“Come è già stato proposto in alcune realtà – ricorda infine il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo -, l’introduzione di un regolamento che obblighi le future attività a proporre prodotti locali significa imprimere un impulso economico ai sistemi agroalimentari locali, ma anche qualificare l’offerta delle città minacciata dalla banalizzazione e dall’omologazione”.
Dal canto suo, conclude Moncalvo, Coldiretti offre “la massima disponibilità a collaborare con le Amministrazioni mettendo a disposizione imprese e prodotti grazie alla Fondazione Campagna Amica che è la più vasta rete di vendita diretta organizzata dagli agricoltori a livello mondiale”.