Considerando che il settore azionario europeo è in crollo e lo stesso vale per quello americano, e che vi è una scarsa probabilità di un rialzo dei tassi americani, a difesa del patrimonio rimangono poche cose, tra cui i metalli preziosi (oro e argento prima di tutto).
Questo il commento di David Finch, Ideas Team di Exane BNP Paribas, sul settore aurifero all’indomani del referendum sulla Brexit: “Immagino che la domanda oggi sia: ‘È troppo tardi per acquistare oro e società del settore aurifero?’. La mia risposta è no (alquanto prevedibile!). Questa mattina, il prezzo dell’oro è salito del 4.5% circa mentre le quotazioni delle società operanti nel settore dell’estrazione aurifera quotate nel Regno Unito e in Australia sono in rialzo dell’8% circa in dollari americani”.
“Ricordate – ha proseguito Finch all’indomani della Brexit – che l’EPS leverage sul prezzo dell’oro è intorno a 5:1. Come certamente ricorderete, con il prezzo dell’oro intorno a 1250, pensavo che le previsioni sugli EPS per il 2016 erano sottostimate del 25%. A 1320, invece, sono sottostimate del 35%. Entro metà luglio, avremo gli earnings attuali del secondo trimestre per il settore. Mi aspetto che i dati batteranno fortemente il consensus. Inoltre, con il recente rialzo dell’oro, ci sono molte probabilità che anche nel terzo trimestre si registreranno ottimi risultati in termini di earnings. Vorrei sottolineare come, man mano che l’anno procede, il tasso di crescita annuale del prezzo dell’oro sale a ritmi vertiginosi”.
“Tornando indietro nel 2014 con l’oro che quotava a 1250 – ha concluso Finch -, il mercato prevedeva che l’EPS per il 2016 dovesse essere 8.75. Oggi, dopo il secondo trimestre, nonostante da un lato il prezzo dell’oro si sia attestato in media su 1250 e dall’altro i costi di produzione siano crollati del 20%, il mercato ha aggiustato le proprie previsioni, stimando ora un valore pari a 5. Tutto ciò è semplicemente incorretto. Anche se l’oro quotasse 1250 nei prossimi due anni (5% al di sotto del livello odierno), il settore sarebbe ancora sottovalutato e dovremmo assistere ad un upgrade degli EPS”.
Quindi, qual è l’outlook per l’oro? Secondo me, l’esito del referendum nel Regno Unito sulla Brexit non riguarda davvero Regno Unito vs Europa o Regno Unito vs stranieri, ma piuttosto si riferisce al malcontento generale nei confronti dell’élite che si è arricchita dalla crisi finanziaria, mentre la maggior parte delle persone si è invece impoverita. Questo fenomeno non riguarda solo il Regno Unito. Ad esempio, si prenda il caso degli Stati Uniti con Trump oppure quello della Cina o dell’Europa.
Prossimamente, bisognerà prestare attenzione a:
- Referendum costituzionale in Italia il prossimo ottobre. Le recenti vittorie alle elezioni comunali a Roma (Virginia Raggi, esponente dei 5 Stelle, ha vinto con il 67% dei voti) e a Torino suggeriscono che Renzi potrebbe perdere questa battaglia
- Trump negli Stati Uniti a novembre 2016 e Le Pen in Francia a maggio 2017
A mio parere, siamo in un periodo dove i risk premium in Europa rimangono elevati con forte volatilità nel mercato FX e con diverse situazioni di agitazione sociale. Condizioni perfette per un apprezzamento dell’oro.
dott. Marco Degiorgis – Consulente patrimoniale e finanziario indipendente, Studio Degiorgis