Appuntamento oggi pomeriggio alle 15.30 a Roma nell’Aula del Palazzo dei Gruppi parlamentari della Camera dei Deputati, per il convegno “Sanità digitale. Il futuro del servizio pubblico”, organizzato dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri, dagli Ordini degli Ingegneri di Cosenza e Roma.
Un momento per fare il punto su un settore delicato come quello della sanità, nella consapevolezza del fatto che la sostenibilità della spesa sanitaria passa attraverso la sua razionalizzazione. Che non significa tagliare le prestazioni, ma imporre un modello che consenta l’equilibrio tra costi e prestazioni, anche attraverso la semplificazione burocratica per i cittadini.
Secondo Armando Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (Cni), i tempi per una sanità efficace e poco dispendiosa sono ancora lunghi, poiché “sono ancora molti i punti di criticità da risolvere e superare. Questi mettono in evidenza ritardi ancora persistenti, dati dalla resistenza delle strutture sanitarie ad accettare nuove modalità organizzative e di governance che il Fascicolo Sanitario Elettronico promuove. Mi riferisco, ad esempio, al conflitto tra progetto nazionale e realtà regionali ancora troppo diversificate e disallineate tra loro per maturità tecnologica e modalità di erogazione del servizio”.
“Poi – prosegue Zambrano – c’è la difficoltà a rendere uniformi protocolli e comportamenti degli operatori sanitari. L’integrazione delle diverse agenzie che operano sul territorio, inoltre, non è per niente semplice. Infine, ci sono gli aspetti legati alla tutela della privacy e all’effettiva funzionalità e utilizzo dello stesso FSE nella pratica medica e assistenziale quotidiana. La strada, insomma, mi sembra ancora lunga. Siamo sicuri che la Pa abbia le competenze tecniche per risolvere tutti questi problemi?”.
Le perplessità di Zambrano sembrano trovare conferma in una recente ricerca condotta dal Centro Studi Cni, dalla quale è emerso che in numerosi uffici della Pubblica Amministrazione alcune funzioni di tipo tecnico sono svolte da personale privo di competenze adeguate.
“Eppure – aggiunge Angelo Valsecchi, Consigliere Cni e Coordinatore del Gruppo Ingegneri Informazione – se si riuscisse a superare queste difficoltà, la razionalizzazione delle spese sanitarie sarebbe davvero realizzabile. Per questo il Fascicolo Sanitario Elettronico dovrà essere utilizzato da tutte le strutture sanitarie e coprire tutti i pazienti. Sarebbe un modo molto efficace per avere dati certi sulle loro necessità e passare, nell’acquisto di medicine, dalla logica promozionale a quella prestazionale. Questo si tradurrebbe in un miglioramento del livello di salute nazionale e della vita quotidiana dei cittadini”, con benefici per la sanità nazionale.
“Prendiamo il caso di un paziente – conclude Valsecchi – che, a causa di una patologia cronica, ha la necessità di acquistare regolarmente un determinato farmaco: col FSE non dovrebbe più andare tutte le volte dal medico per la ricetta: gli basterebbe andare in farmacia. Certo, per realizzare tutto ciò in modo uniforme a livello nazionale c’è ancora molto da lavorare”.