L’Ilva di Taranto è ormai da anni una ferita aperta nel territorio, per sanare la quale politica, istituzioni e professioni provano a fare quello che riescono. Anche gli ingegneri sono in prima fila su questo fronte, come dimostra la conferenza stampa di presentazione del convegno “Ripensare l’industria siderurgica in Italia. Ilva: attualità e prospettive” – previsto a Taranto a metà settembre – che si è tenuta la scorsa settimana nella sede del Consiglio Nazionale degli Ingegneri a Roma.
E la posizione della categoria è chiara, come ha ricordato Armando Zambrano, presidente del Cni, nel suo intervento iniziale: “L’impegno degli ingegneri italiani sul caso Ilva parte da lontano. Oltre al tema della sicurezza, nostro compito istituzionale, già nel 2014 ci eravamo chiesti quale potesse essere il futuro della siderurgia italiana, attraverso una ricerca del nostro Centro Studi. Nel frattempo si sono succeduti tanti decreti salva Ilva che, però, non hanno portato ad alcuna soluzione. A questo proposito vogliamo dire che noi non promuoviamo o sosteniamo alcun orientamento specifico, non propendiamo per una soluzione o l’altra. Ciò che vogliamo fare, una volta che la politica renderà note le proprie scelte, è mettere a disposizione le nostre competenze per operare una verifica oggettiva dei progetti in campo, basata sulla tutela dell’ambiente, della sicurezza e della salute dei cittadini”.
“Di Ilva si parla da tanto tempo – ha aggiunto il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Taranto, Antonio Curri -. Noi ingegneri vogliamo dire la nostra sul tema, avendo tutte le competenze necessarie per farlo”.
È toccato poi al consigliere Cni Angelo Masi, promotore del convegno, aggiungere qualche dato a sostegno dell’evento di settembre: “Dall’indagine effettuata dal nostro Centro Studi risulta che gli ingegneri italiani sono ancora favorevoli alla produzione da parte dell’Ilva, purché vengano offerte tutte le garanzie possibili. A questo punto attendiamo che la politica faccia la sua parte. Una volta esaminati decreti e norme, saremo pronti a dare il nostro contributo tecnico. In questo senso il convegno di settembre sarà un importante momento di confronto”.
Anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha promosso l’iniziativa degli ingegneri: “Considero il vostro un intervento patriottico. Nel senso che con questo convegno sull’Ilva di Taranto puntate a mettere assieme tutti gli elementi che possano aiutare chi di dovere a prendere una difficile decisione. Senza un approccio tecnico alle questioni non si ottiene nulla. Il quadro a Taranto è complesso. La storia dell’Ilva è drammatica. Intanto pende un processo presso la Corte d’Assise di Taranto che parte dall’ipotesi che i fumi nell’aria abbiano avvelenato la catena alimentare e dove la Regione è parte civile. Poi ci sono le procedure di infrazione delle normative europee. Infine, l’ipotesi che i decreti del Governo sull’Ilva non siano compatibili con la dichiarazione dei diritti dell’uomo. Insomma, siamo di fronte ad una vicenda complicata che necessita di accurate valutazioni tecniche e per quelle servono gli ingegneri”.