Una delle chiavi per lo sviluppo del sistema Italia è la diffusione della cultura digitale. Lo sa bene Confassociazioni che, attraverso le parole del vice presidente con delega alle Pmi, Giorgio Roveri, ha commentato i dati di “Report Startup Seo 2016”, ricerca redatta da Instilla, società milanese che si occupa di ottimizzare i processi di marketing digitale.
“InfoCamere – ha scritto in una nota il vice presidente di Confassociazioni – ha comunicato che nei primi tre mesi del 2016 il numero delle startup innovative è cresciuto del 5,8%, toccando quota 5.439: un dato che fa ben sperare per la ripresa della nostra economia. Preoccupa, però, il fatto che anche una buona parte di queste imprese, attive soprattutto nel settore dei servizi, non disponga di un adeguato supporto digitale”.
“L’analisi – ha proseguito Roveri, sottolineando l’attenzione di Confassociazioni per questa tematica – tratteggia un quadro, a mio avviso, molto preoccupante, perché ricorda da vicino tutte le criticità digitali delle Pmi mature. Secondo la società milanese, delle 5.143 imprese iscritte al Registro italiano a fine dicembre 2015 solo poco più della metà (58,3%) ha dichiarato di possedere un sito web, di cui risulta funzionante poco meno del 30%. Il che vuol dire che un solo sito su tre è operativo: troppo poco se pensiamo che oggi gli strumenti digitali sono di fatto la chiave strategica per la crescita delle Pmi italiane. Non penso solo all’importanza di avere un sito, ma anche a tutti gli altri supporti tecnologici utili per fare comunicazione, marketing, vendita e customer care”.
“Oggi più che mai investire in cultura d’impresa significa investire in cultura digitale – ha concluso il vice presidente di Confassociazioni -. Questi nuovi mezzi realmente possono attivare significativi cambiamenti nei tradizionali modelli di business aziendali. Ben vengano, dunque, percorsi di aggiornamento e di formazione come il Master Italiano sull’Innovazione Digitale per le Vendite recentemente bandito da una delle nostre associazioni aderenti, l’ADICO. Saper utilizzare ciò che i nostri tempi moderni e digitalizzati ci offrono è una necessità a dir poco strategica. Sta a noi saper maneggiare, questi strumenti, con cura e a nostro vantaggio che, se vissuto in un’ottica di condivisione, rappresenta il vantaggio di tutti”.