Formazione è una parola che, nell’ambito delle risorse umane, si sente spesso ripetere come un mantra. Una tendenza confermata da un’analisi della Camera di commercio di Milano su dati di Excelsior-Unioncamere, secondo la quale le imprese ritengono che il 59,2% dei neoassunti necessiti di ulteriore formazione.
La mancanza di un’adeguata preparazione professionale è infatti motivo di difficoltà nell’assunzione per circa il 35% delle imprese e il fabbisogno formativo si divide equamente tra industria e servizi, dove la percentuale si attesta, rispettivamente, al 59,4% e 59,1%. Inoltre, la mancanza di strutture destinate alla formazione rappresenta l’8,3% delle problematiche riscontrate in fase di assunzione.
Nel settore dell’industria, ad avere maggiormente bisogno di formazione sono le imprese legate all’estrazione di minerali (84,7%). A seguire le industrie chimiche, farmaceutiche e petrolifere (82,7%), le industrie elettriche, elettroniche, ottiche e medicinali (80,2%) e le industrie della gomma e delle materia plastiche (77,1%).
Sempre nel secondario, ma nel settore delle public utilities, l’impegno formativo richiesto dai gestori di reti (energia, gas, acqua) raggiunge l’80,6%.
Nel settore dei servizi, la quota percentuale dei neoassunti a cui serve una formazione integrativa è maggiore nelle imprese finanziarie e assicurative (87,9%). In seconda posizione vi sono le imprese informatiche e delle telecomunicazioni (81,3%), e terze, alla pari, le imprese legate alla sanità e al commercio al dettaglio (77,7%).
Secondo la ricerca della Camera di commercio di Milano, la carenza di formazione tocca soprattutto il Nord, dove in media il 65% delle aziende richiede attività formativa supplementare; secondo il Centro (58,8%) e, infine, il Sud e le isole (47,7%).