Ha fatto molto rumore, negli ambienti dei professionisti, la sentenza con la quale il Consiglio di Stato ha confermato la multa da quasi un milione di euro inflitta al Consiglio nazionale forense dall’Antitrust.
Il Cnf è stato riconosciuto responsabile di aver violato le regole sulla concorrenza con l’adozione di due decisioni che limitavano l’autonomia dei professionisti: un parere con il quale avrebbe limitato l’impiego di un canale di diffusione delle informazioni e una circolare con la quale sarebbe stata reintrodotta la vincolatività dei minimi tariffari.
Tra i commenti più autorevoli segnaliamo quello di Armando Zambrano, presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri: “Questa è una sentenza che va commentata su due piani differenti. Non c’è dubbio che sul mercato privato noi professionisti abbiamo un problema. Se nel settore pubblico la normativa consente di stabilire un corretto rapporto tra l’attività professionale prestata e il rispettivo valore economico, in quello privato l’abolizione delle tariffe ci ha privati di punti di riferimento. In tal senso è necessario un intervento e noi professionisti tecnici siamo pronti a fare la nostra parte”.
“Tuttavia – ha proseguito Zambrano a nome dei professionisti della sua categoria – non chiediamo il ripristino dell’obbligatorietà dei corrispettivi, semplicemente perché allo stato occorre una forte apposizione anche ideologica a questa ipotesi, basata su un contestabile principio di ‘libera’ concorrenza. A nostro avviso la soluzione non sta nel ripristino della tariffa professionale ma nella definizione di standard di prestazione e di corrispettivi economici, in modo da orientare e garantire adeguatamente la committenza privata. Ciò proprio sulla scorta dell’esperienza già maturata nel settore pubblico e nel pieno rispetto della normativa sulla concorrenza e del principio di parità di trattamento”.