È stato presentato nei giorni scorsi a Milano il Polo Meccatronica di Rovereto (TN), uno spazio comune per imprese, studenti e ricercatori. Un luogo dove produrre, ricercare, sperimentare prodotti innovativi e più efficienti, in grado di combinare la meccanica tradizionale con i più moderni sensori e sofisticati sistemi di prototipazione virtuale e controllo elettronico.
Il Polo Meccatronica di Rovereto si sviluppa su un’area complessiva di quasi 100mila metri quadrati ed è lo spazio ideale per imprese e centri di ricerca pubblici e privati. Una scommessa sulla quale la Provincia autonoma di Trento sta investendo oltre 80 milioni di euro: 20 per il nuovo edificio produttivo, inaugurato nel dicembre 2013, 24 per i laboratori, anello di congiunzione tra imprese e formazione, i cui lavori di realizzazione sono stati appaltati a gennaio 2016, mentre circa 36,5 milioni di euro saranno destinati a partire dal 2018 alla costruzione dei due nuovi edifici del polo scolastico, un istituto tecnico tecnologico ed un centro di formazione professionale.
Il Polo Meccatronica ha riscosso l’interesse di grandi aziende come Bonfiglioli, Ducati Energia, Dana e Carl Zeiss, ma ospita anche una quindicina di startup innovative ed Industrio Ventures, il primo acceleratore “hardware” d’Italia.
In realtà, il Polo Meccatronica di Rovereto è più di una scommessa. In un panorama economico tutt’altro che facile, il settore della meccatronica registra infatti trend in continua crescita. In Italia, primo Paese al mondo per numero di prodotti della meccanica e meccatronica, il comparto meccatronico esprime il 15% del fatturato manifatturiero.
Il Polo Meccatronica di Rovereto si inserisce in un contesto regionale, quello del Trentino, nel quale operano nella filiera meccanica-meccatronica circa 800 aziende con 9.700 addetti. Un cluster che vede in particolare la presenza qualificata di aziende nell’automotive, nel comparto dei sistemi intelligenti e robotica, sensoristica ed automazione industriale.
“Il Trentino – ricorda Alessandro Olivi, vicepresidente della Provincia autonoma di Trento e assessore allo Sviluppo Economico e Lavoro – si pone come un ecosistema dove la politica ha una sua progettualità, la pubblica amministrazione si dimostra efficiente e vicina a chi produce ed investe, e dove stanno pagando i massicci investimenti fatti in questi anni nella conoscenza come fattore di competitività. Siamo poi un territorio che sta tra due importanti flussi: vicino all’Europa e parte attiva di quel sistema produttivo italiano che gode di grande credibilità nel mondo. Per questo siamo oggi un ecosistema capace di dare delle risposte veloci, puntuali e serie alla nascita di una nuova manifattura intelligente orientata alla qualità”.