Quando, in Italia, si parla di spending review e di tagli alle spese inutili, forse si farebbe bene a concentrarsi di più sugli sprechi. Stando a quanto emerge da un rapporto redatto dall’Istat e dal ministero dell’Economia, ogni anno Comuni, Province, Regioni, Asl, Università, ministeri e organi costituzionali spendono oltre 87 miliardi di euro per l’acquisto di beni.
Tutti enti che spesso e volentieri si scordano dell’esistenza della Consip e della centrale unica di acquisto, con il risultato che, se per le loro spese, si rivolgessero a quest’ultima risparmierebbero circa 20 miliardi. Peccato che solo il 17% di loro lo faccia, cercando di porre un freno agli sprechi. Di quali sprechi si parla, è presto detto.
Secondo il rapporto, sono distribuiti a diversi livelli. Uno dei casi di sprechi più macroscopici è quello legato alle fotocopie. Ogni fotocopia a prezzo convenzionato costerebbe 0,0658 euro contro gli 0,1158 euro fuori convenzione: il 43% in meno.
Per auto e furgoni, vale un discorso analogo. Una citycar fuori convenzione costa in media 9.707 euro contro i 7.911; meno evidenti gli sprechi sulle 4×4 (13.099 euro fuori convenzione, 12.139 in convenzione), di più sui furgoni, che costano, fuori convenzione, il 25% in più.
Infine, il rapporto mette in luce (è il caso di dirlo…) gli sprechi in materia di energia, per la quale i ministeri pagano il 35% in più per i servizi elettrici e il 5% in più per l’acquisto di gasolio fuori convenzione. Spending review? Ma di che cosa parliamo, se spesso gli acquisti vengono fatti fuori convenzione per favorire gli amici degli amici?