Con buona pace degli allarmisti che, di qui a un futuro non troppo lontano, vedono il lavoro umano totalmente nelle mani dei robot a scapito dell’occupazione delle persone, la realtà della robotica è del tutto diversa: secondo uno studio commissionato dall’International Federation of Robotics (IFR), un manifatturiero sempre più robotizzato e automatizzato porterà occupazione.
Lo studio in questione prevede infatti che saranno tra i 10 e i 14 milioni i posti di lavoro nel mondo, generati dai robot nel 2020. Sostituendo l’uomo nei lavori più meccanici, la robotica porta all’aumento della produttività e alla crescita del settore, e di conseguenza all’aumento dell’occupazione.
Sempre secondo l’IFR, con oltre 6.200 robot industriali installati nel 2014, l’Italia è il secondo mercato europeo per la robotica ed è fra le prime dieci nazioni al mondo per tasso di robotizzazione, con 155 robot ogni 10mila addetti.
La caratteristica vincente della robotica è la flessibilità, la capacità di adattarsi ai cambiamenti nei processi produttivi o alla variabilità delle operazioni e dei pezzi: se il mondo dell’assemblaggio ricorresse in maniera più massiccia alle applicazioni robotiche queste, automatizzando o affiancando le operazioni manuali, porterebbero ad un’accelerazione dei tempi di realizzazione e a una riduzione degli errori, con un conseguente incremento della produttività.
È quindi quanto mai prezioso Robot Forum, l’evento sulla robotica in programma mercoledì 16 marzo a Parma, durante il quale si parlerà delle potenzialità della robotica nell’ottimizzazione dei processi produttivi e del supporto che i robot possono dare al lavoro dell’uomo.
Durante la giornata di lavori, player nazionali e internazionali, provenienti dal mondo accademico e industriale, si confronteranno sulle applicazioni del futuro nell’ambito dell’assemblaggio, settore essenziale del manifatturiero, in cui la robotica ad oggi ha un peso minoritario.
Robot Forum darà voce a ricercatori di tutta Europa impegnati a sviluppare progetti “Factories of the Future”, dove si applicano tecnologie innovative, che ancora non si trovano sul mercato, con l’obiettivo di delineare i processi della fabbrica del futuro.
Tra le sfide che la ricerca applicata in robotica si trova ad affrontare c’è proprio la centralità dell’uomo. I robot del futuro per essere realmente d’aiuto devono avere una capacità di manipolazione, di visione, di comprensione dell’ambiente circostante pari a quelle umane, al fine di effettuare operazioni sempre più sofisticate e supportare gli operatori nel loro lavoro. La robotica collaborativa rappresenta dunque una grande opportunità, ma ha rilevanti implicazioni dal punto di vista della sicurezza degli operatori. Mettere l’uomo al centro significa creare robot in grado di affiancare con efficacia l’operatore umano, sviluppando un ambiente lavorativo sicuro, dove non si creino contatti pericolosi seppur involontari.
“Avere assistenti molto capaci e precisi – commenta Federico Vicentini, coordinatore di Robot Forum -, offre incredibili opportunità di migliorare anche la condizione lavorativa. Ma le grandi opportunità nell’uso a stretto contatto, comportano anche grande attenzione alla sicurezza e a tutta la sfera di usabilità e accettabilità di robot collaborativi da parte di soggetti umani”.