Sono molti i temi che, in questi giorni, vengono affrontati al Robot Forum di Parma relativamente al rapporto tra uomo e robotica. Nell’evento di Parma, il futuro della robotica industriale viene letto e interpretato attraverso la presentazione di progetti di ricerca italiani e le esperienze di altri Paesi Europei, che hanno come obiettivo lo studio delle innovazioni della robotica in ambito di manipolazione e controllo, sensoristica e percezione. Il tutto per migliorare l’interazione uomo-robot, sia dal punto di vista cognitivo sia da quello fisico.
Non è un caso che, tra le sfide che la ricerca applicata in robotica si trova oggi ad affrontare, vi sia la centralità dell’uomo. Contrariamente a quanto in molti profetizzano, i robot sono un supporto per l’uomo e il loro obiettivo è quello di creare nuova occupazione, non di penalizzarla, e di migliorare la qualità del lavoro.
Secondo uno studio commissionato dall’International Federation of Robotics (IFR), nel mondo, saranno tra i 10 e i 14 milioni i posti di lavoro generati dai robot nel 2020. Una prospettiva rassicurante per il nostro Paese, se si tiene conto del fatto che l’Italia è il secondo mercato europeo per la robotica ed è fra le prime dieci nazioni al mondo per tasso di robotizzazione.
Ma per essere realmente d’aiuto, i robot del futuro devono avere una capacità di manipolazione, di visione, di comprensione dell’ambiente circostante pari a quelle umane, in modo da poter effettuare operazioni sempre più sofisticate e supportare l’operatore nel suo lavoro.
Non mancano in questo senso, a Robot Forum, delle case history di eccellenza della robotica italiana e non solo. Come per esempio RoDyMan, progetto guidato dal prof. Siciliano dell’Università di Napoli Federico II: un robot dalle sembianze antropiche con una capacità di modellazione e manipolazione paragonabili a quelle umane. Oppure TOMM. che nasce invece dal progetto olandese Factory in a Day per supportare le Pmi attraverso sistemi di robotica dotati di pezzi customizzati stampati in 3D, realizzabili in un giorno a costi ridotti, a beneficio anche dalle imprese più piccole qualora si trovino a gestire momenti di carico eccessivo.
Oltre a una forte presenza a Robot Forum di centri di ricerca italiani che studiano le tecnologie di grasping intelligente, di visione, di micromanipolazione, di ragionamento, il nostro Paese si distingue anche per le diverse realtà che si dedicano alla ricerca applicata in robotica. Per aggregarle, creando opportunità di trasferimento tecnologico, sostenendo un’imprenditorialità intelligente e sostenibile, supportando attività di previsione tecnologica a livello regionale, nazionale, internazionale nel settore della fabbrica intelligente, oltre alla crescita del capitale umano, è nato il Cluster Fabbrica Intelligente.
Perché, alla fine, l’obiettivo dei robot e della robotica deve essere sempre uno: il vantaggio per le Pmi del manifatturiero italiano, che devono fare i conti con fabbriche sempre più intelligenti e mercati sempre più competitivi.