Se aumentano le liti e i contenziosi tributari, non è mail un bel segnale. Purtroppo, però, è ciò che è accaduto nel 2015, come indicano i dati presentati la scorsa settimana all’apertura dell’anno giudiziario da Mario Cavallaro, presidente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, l’organo di autogoverno dei giudici tributari.
Secondo questi numeri, lo scorso anno si è registrata una nuova crescita dei contenziosi tributari, +6% rispetto al 2014. Questo, nonostante sia ancora più oneroso fare ricorso al giudice, a causa del contributo unificato.
Entrando nel dettaglio dei numeri, le commissioni tributarie nel 2015 hanno trattato cause e contenziosi tributari per un ammontare complessivo che ha sfiorato i 34 miliardi di euro, di cui circa 22 in Provinciale e altri 12 in Regionale.
Come ha ricordato Cavallaro, questo aumento di contenziosi tributari ha di fatto reso vano gli sforzi del Governo per rendere più efficaci “gli istituti di deflazione preprocessuali, come il riordinato e ampliato interpello, e quelli processuali, come la possibilità di conciliazione anche in appello e l’obbligo del ricorso-reclamo e della conseguente mediazione tributaria fino al non certo bagatellare importo di 20mila euro”.