Esistono dei modi legali, anche se un po’ macchinosi, per non pagare il canone Rai. Con la novità del canone in bolletta, infatti, il contribuente non ha più la possibilità di contestare l’accertamento per il mancato pagamento dell’imposta sulla detenzione dell’apparecchio televisivo: l’unico modo che ha per eliminare la presunzione di detenzione di un televisore è quella di inviare una volta all’anno entro il 30 aprile un’autocertificazione con la quale comunicare di non avere alcun apparecchio radiotelevisivo nella propria abitazione.
Fermo restando che, una volta inviata questa autocertificazione, con tutta probabilità scatteranno controlli al limite del poliziesco, i contribuenti distratti che non si ricorderanno di inviare la comunicazione entro i termini resteranno fregati: non potranno più farlo. Ragion per cui, se si vedessero arrivare l’avviso di accertamento per il mancato pagamento del canone Rai, non potranno più impugnarlo e dovranno pagare.
In questo modo, i contribuenti non potranno esercitare il proprio diritto di difesa costituzionale, poiché non vi sono possibilità di opporsi alle sanzioni per omesso versamento del canone Rai.
Ma c’è di più: la sanzione penale per chi comunica di non possedere un televisore mentre invece ce l’ha. Una sanzione penale che si somma a quella prevista per l’evasione fiscale, pari a 5 volte il canone Rai. C’è però un trucco che mette al riparo da sanzioni e processi.
La normativa sul canone Rai non vieta di comunicare che, ad una determinata data, non si possiede alcun televisore mentre, qualche tempo dopo, lo si acquista. In questo caso, di fatto, l’autocertificazione non è mendace e si possono evitare ulteriori accertamenti per il pagamento del canone Rai. Nel caso ve ne fossero, basta conservare lo scontrino di acquisto dell’apparecchio.
Allo stesso modo, qualcuno potrebbe dare in comodato d’uso o donare a parenti e amici il proprio televisore il giorno prima di inviare l’autodichiarazione, salvo poi farsela restituire dopo l’invio. Una procedura resa possibile dal fatto che, nel caso di beni mobili, è possibile trasferirne la proprietà per via orale, senza bisogno di atti notarili, così come accade per lo spostamento della detenzione di un bene su un altro soggetto. In questo modo non si pagherebbe il canone Rai.
Per mettersi al riparo dalle pretese del Fisco ladro, in questo caso è bene avere un documento con una data certa che si riferisca al giorno dell’alienazione del bene. Per esempio, il timbro di qualsiasi ufficio postale sul contratto spedito a uno dei due contraenti del contratto di cessione. E voilà, il canone Rai è aggirato.