Che l’Italia fosse un Paese di geni, non sempre incompresi, lo sapevamo. Ora ne abbiamo la conferma: nel 2015, da parte del nostro Paese è stato presentato un gran numero di domande di brevetti, 3.979, +9% rispetto al 2014. Si tratta del maggior incremento negli ultimi dieci anni, che consente all’Italia di passare dall’11esima alla decima posizione nella classifica mondiale delle richieste totali di brevetti pervenute. Il tasso medio di crescita degli altri Paesi è stato del 4,8%, la metà circa di quello italiano.
A diffondere questi dati è stato l’Epo, l’Ufficio europeo dei brevetti, che ha rilevato anche come l’Italia sia passata anche dal 19esimo al 18esimo posto al mondo per numero di richieste di brevetti pro capite. Spacchettando i dati a livello territoriale, risulta che la regione italiana con il maggior numero di richieste è la Lombardia, 1295, pari al 33% delle domande, mentre il settore che cresce di più è quello dell’informatica (+76%), seguito dalla comunicazione digitale (+59%), dalla farmaceutica (+54%) e dai sistemi di misurazione (+47%).
Dopo la Lombardia seguono l’Emilia Romagna (15%) e il Veneto (13%), mentre nella classifica per città, Milano è prima con 806 richieste, seconda Torino con 273, terza Roma (226) e quarta Bologna (209).
In Europa si registrano performance positive nella richiesta di brevetti anche per la Spagna (+3,8%), il Belgio (+5,9%), il Regno Unito Gran Bretagna (+5,7%) e l’Olanda (+3,3%). Performance sostanzialmente stabili per Francia (+1.6%), Austria (+1.4%) e Svezia (-0,9%), mentre sono calate le richieste provenienti da Germania (-3,2%), Finlandia (-8,3%) e Danimarca (-2,7%). A livello mondiale, l’Epo ha registrato record di richieste di brevetti provenienti dagli Usa (+16,4%) e dalla Cina (22,2%).