Che l’Italia sia diventata, oltre che un Paese di santi, poeti e navigatori, anche un Paese di contadini è raccontato dalla realtà dei numeri. Secondo un’analisi di Coldiretti, infatti, è stata l’ agricoltura a far registrare il più elevato incremento del Pil nel quarto trimestre dello scorso anno, con il valore aggiunto che è salito dell’8,4% rispetto allo stesso periodo del 2014.
L’analisi di Coldiretti sull’andamento dell’ agricoltura è stata elaborata su dati Istat relativi al Pil, che hanno visto il settore agricolo registrare la maggiore crescita anche su base annuale. Con alcune zone d’ombra che, però, preoccupano l’associazione dei produttori agricoli.
Nello specifico, il settore italiano dell’ agricoltura soffrendo il crollo dei prezzi pagati ai produttori, crollo che sta portando alcuni settori alla deflazione: si va dal -60% dei pomodori, al -30% per il grano duro, al -21% per le arance rispetto al 2015.
Per non parlare, ricorda Coldiretti, di quanto sta accadendo al settore della zootecnia e degli allevamenti di animali da macello. Oltre all’annosa questione europea delle quote latte, Coldiretti ricorda il caso delle quotazioni per i maiali nazionali destinati ai circuiti a denominazione di origine, scese ben sotto quota 1 euro e 20 centesimi al chilo o dei bovini da carne, pagati su valori di 20 anni addietro.
In un quadro, dunque, nel quale i progressi dell’ agricoltura rischiano di essere vanificati da altri settori in maggiore difficoltà, Coldiretti chiede una moratoria sui debiti degli allevamenti da latte e da carne bovina e suina: continuasse così la situazione, queste aziende sarebbero costrette a chiudere, obbligate come sono a lavorare con prezzi di vendita ben inferiori ai costi di produzione.
“Servono misure nazionali di rapida attuazione con una moratoria su mutui e prestiti agli allevamenti di 24/36 mesi – afferma Coldiretti -, oltre a un riposizionamento debitorio dal breve al medio lungo termine ed un impegno straordinario sui fondi di garanzia. Una necessità che può accompagnare il position paper che l’Italia presenterà alla Commissione europea, che prevede anche l’obbligo di etichettatura di origine per fermare le importazioni dall’estero da spacciare come Made in Italy”.
Insomma, se l’agricoltura italiana è sotto attacco, non sembra certo voler soccombere senza combattere.