di Davide PASSONI
San Valentino, festa commerciale o celebrazione sincera dell’amore? Che sia l’una o l’altra delle cose, la festa dell’amore e degli innamorati dà a noi di Infoiva la possibilità di raccontare come l’amore (o quello che ne è stato…) può diventare un’opportunità di business. Non vendendo paccottiglia per cuori sdolcinati, ma esercitando una professione nuova e poco conosciuta, quella del LOVE COACH.
Ne abbiamo parlato con uno dei pochi LOVE COACH italiani, Davide Schioppa. Casertano di origine, romano d’elezione e milanese di adozione, Schioppa a Infoiva è particolarmente vicino, dal momento che insieme al direttore Davide Passoni ha fondato il quotidiano 6 anni fa. Ora si è dedicato a un’altra professione e ha scelto il nostro giornale online per raccontare la sua esperienza.
Con la crisi si è assistito a un proliferare di professioni nuove, spesso molto di nicchia. Quella di LOVE COACH è una di queste?
In realtà la professione di LOVE COACH è una professione che non esiste. È un nome assolutamente commerciale dato a una specifica sfera del Life Coaching. Infatti io sono un Life Coach professionista e con il mio lavoro aiuto le persone ad arrivare al successo, a vincere le proprie paure e timidezze, a costruire (o ricostruire) la propria autostima. Motivo e aiuto a costruire sicurezze. Quando si ha a che fare con obiettivi legati alla sfera sentimentale, è possibile tirare fuori l’appellativo di LOVE COACH, che forse più propriamente descrive la sfera in cui si va a lavorare.
Che cosa fa precisamente un LOVE COACH e chi, di norma, si rivolge a lui?
Iniziamo a dire quello che non fa. Il LOVE COACH non insegna a sedurre, come molti pensano. Quando vesto i panni del LOVE COACH le persone mi chiedono di allenarle ad attraversare i momenti di cambiamento o di passaggio nella propria vita sentimentale, ad esempio superare la fine di un rapporto oppure costruire e rafforzare le proprie consapevolezze per migliorare le relazioni con gli altri.
Come si diventa COACH?
Come in ogni libera professione, alla base di tutto deve esserci tanta, tantissima, passione per quello che si fa. Poi si studia. In alcuni Paesi il Coaching è diventato anche disciplina universitaria. In Italia ci sono delle ottime scuole. Io ho frequentato la scuola INCOACHING, perché è una delle poche riconosciute dalle due principali associazioni di categoria, l’ICF e l’AICP.
Quanto può guadagnare un COACH? E’ una professione che permette di vivere?
Con il Coaching si può vivere, è una libera professione, quindi in un mercato aperto sta alle capacità del professionista crearsi un mercato favorevole. Quanto si può guadagnare? Dipende dalle aree geografiche e dalle tipologie di Coaching.
Tre consigli che daresti a un giovane che vuole intraprendere la professione di LOVE COACH.
1) Non pensare che serva dare consigli, credere che il COACH dia consigli è un errore che fanno in tanti. In realtà un buon COACH tira fuori dal cliente stesso le risposte che il cliente cerca. 2) Studiare. Il coaching ha a che fare con le persone, non con le cose, senza una buona preparazione si possono fare dei gravi danni. 3) Essere onesti, non cercare il guadagno facile ma sapersi guadagnare la stima dei propri clienti.
Pensi che quella di LOVE COACH diventerà una professione, se non ordinistica, almeno normata?
Quella del LOVE COACH, non credo, e spero resti solo un bel cappello per la professione del LIFE COACH. La professione del COACH attualmente rientra nelle libere professioni non regolamentate. Esistono però due importantissime associazioni di categoria: ICF ed AICP. Io ad esempio sono iscritto all’AICP (Associazione Italiana Coach Professionisti). So che ci sono dei tavoli aperti con la politica romana per regolamentare la professione. Io personalmente credo che un’ottima preparazione e delle ottime capacità possano trasformarsi in professione anche senza ordini o albi professionali.