Il 2016 del mercato auto italiano parte con il botto. Secondo i dati diffusi nei giorni scorsi dal ministero dei Trasporti, il mese di gennaio si è chiuso con 155.157 immatricolazioni di auto nuove, paria a +17,4% rispetto allo stesso mese del 2015.
Entusiasta ma nello stesso tempo prudente il commento sull’andamento del mercato auto rilasciato da Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto: “Gennaio è partito alla grande, ma invito alla prudenza; prima di poter formulare delle considerazioni attendibili bisognerà aspettare la chiusura del primo trimestre. Ad ogni modo questo risultato è trainato sia dalle promozioni per certi versi eclatanti messe in campo da case e concessionari sia da una domanda insopprimibile di sostituzione di un parco circolante sempre più obsoleto“.
Federauto teme infatti che gennaio o altri mesi con promozioni simili a quelle messe in campo da alcuni marchi – molto onerose e quindi non strutturali – possano rivelarsi dei picchi, con crescite a doppia cifra che potrebbero essere assorbite nel corso dell’anno, fino a confermare la previsione globale di un aumento del mercato auto in Italia di circa il 5-7% rispetto al 2015.
Aggiunge Roberto Bolciaghi, presidente dei concessionari Renault-Dacia: “Speriamo che questo trend venga confermato nei prossimi mesi, in quel caso saremo felicissimi di rivedere le nostre previsioni al rialzo. Ma ci sono troppi fattori che incidono sui prossimi risultati: l’andamento reale dell’economia, la fiducia del consumatore, la situazione internazionale, oltre ai temi ambientali per chi vive nelle aree metropolitane colpite dal blocco del traffico o dalle targhe alterne o da limiti fantasiosi come i 30 km/h che potenzialmente – lo affermano alcuni studi – aumentano le emissioni nocive“.
Conclude Pavan Bernacchi: “Noi crediamo che il trend di crescita possa consolidarsi, ma sappiamo che questo non potrà essere la conseguenza della sola spinta promozionale a cui si deve necessariamente accompagnare una chiara scelta politica del Governo con un ventaglio di opzioni. Oltre alla precondizione di un Paese in crescita economica, riteniamo infatti che la riforma della fiscalità sugli autoveicoli sia un passaggio essenziale e molto efficace sul piano dei risultati – in termini di maggiori vendite e di incassi Iva – come sta dimostrando l’applicazione del ‘superammortamento’, misura adottata con la legge di stabilità finanziaria 2016. D’altro canto, non possiamo pensare che il tema ambientale possa essere affrontato con il blocco della circolazione, ponendo sotto tiro addirittura i veicoli Euro 5, senza preoccuparsi del fatto che i veicoli con più di 10 anni, ante Euro 4, rappresentano il 43% del parco circolante italiano. Noi chiediamo a gran voce la rivisitazione del bollo auto per premiare chi meno inquina, l’eliminazione del superbollo per le auto prestazionali e, appunto, una ridefinizione della detraibilità/deducibilità degli autoveicoli aziendali siano essi auto, veicoli commerciali o veicoli industriali”. Tutte condizioni che possono trasformare i picchi del mercato auto da occasionali a strutturali.